video suggerito
video suggerito

Cibi ultraprocessati e polipi precancerosi nell’intestino: cosa dice lo studio pubblicato su Jama Oncology

Un nuovo studio su Jama Oncology collega un maggior consumo di cibi ultraprocessati a un rischio del 45% più alto di sviluppare polipi adenomatosi, lesioni precancerose del colon-retto.
A cura di Valeria Aiello
1 CONDIVISIONI
Immagine

Un nuovo studio sui cibi ultraprocessati — come snack confezionati, dolciumi, carni lavorate, bevande zuccherate e bibite gassate — indica che un consumo elevato di questi alimenti è associato a un rischio più alto di sviluppare polipi adenomatosi, lesioni precancerose considerate possibili precursori del cancro al colon-retto.

La ricerca, pubblicata sulla rivista medica Jama Oncology, si basa sui dati di 29.105 infermiere sotto i 50 anni, coinvolte nello studio prospettico Nurses’ Health Study II e seguite per oltre 24 anni. In particolare, le partecipanti con un consumo più elevato di cibi ultraprocessati — una media di circa 10 porzioni al giorno, corrispondenti a circa il 35% delle calorie giornaliere — hanno mostrato un aumento del 45% del rischio di sviluppare polipi adenomatosi rispetto a chi ne assumeva circa tre al giorno.

I nostri risultati supportano l’importanza di ridurre l’assunzione di cibi ultraprocessati come strategia per mitigare il crescente peso del cancro colorettale ad insorgenza precoceha affermato l’autore senior dello studio, il dottor Andrew Chan, direttore dell’Unità di Epidemiologia Clinica e Traslazionale e gastroenterologo presso il  Mass General Brigham Cancer Institute  – . Il rischio sembra essere abbastanza lineare: più ultraprocessati mangi, maggiore è il rischio di polipi precancerosi nell’intestino”.

Una relazione simile è stata osservata anche in un altro ampio studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, che aveva stimato l’impatto dei cibi ultraprocessati sulla salute dei consumatori. La nuova analisi ha tenuto conto di diversi fattori di rischio noti — come l’indice di massa corporea, il diabete di tipo 2, il basso consumo di fibre, calcio, vitamina D e il punteggio dietetico complessivo — e anche dopo queste correzioni l’associazione è rimasta significativa.

Cibi ultraprocessati sotto accusa: i risultati dello studio e le raccomandazioni internazionali

Lo studio pubblicato su JAMA Oncology ha messo in luce un’associazione robusta tra un alto consumo di cibi ultraprocessati e un aumento del rischio di polipi adenomatosi, potenziali precursori del cancro al colon-retto, con un effetto dose-risposta: chi consumava più ultraprocessati mostrava un rischio superiore del 45% rispetto a chi ne mangiava meno.

A livello globale l’interesse delle autorità sanitarie è crescente: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avviato un processo per sviluppare linee guida specifiche sul consumo di ultraprocessati, sottolineando che l’evidenza collega questi prodotti a numerosi danni alla salute e che servono raccomandazioni basate su prove per le politiche pubbliche.

In Italia, un recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, segnala un aumento del consumo di cibi ultraprocessati – — arrivato ad essere vicino al 23% dell’apporto energetico totale – , indicando la necessità di azioni mirate per tutelare la qualità della dieta nazionale. Questi dati mostrano come il quadro italiano non sia distante da quello osservato nello nuovo studio, con un consumo di ultraprocessati ormai rilevante.

Gli autori della ricerca ricordano che, pur avendo controllato vari fattori confondenti (BMI, diabete, apporto di fibre, calcio, vitamina D, score dietetico), l’associazione tra il consumo di cibi ultraprocessati e l’aumento del rischio di lesioni precancerose è rimasta significativa; tuttavia servono ulteriori studi che chiariscano se il rischio sia dovuto all’aggiunta di ingredienti, inclusi aromi, zuccheri, grassi saturi, sale, o additivi, oppure ad effetti sul microbiota e l’infiammazione.

La dieta non è una spiegazione completa del perché stiamo assistendo a questa tendenza: nella nostra clinica vediamo molti pazienti con tumore al colon a esordio precoce che seguono una dieta molto sana – ha aggiunto il dottor Chan, che ha condotto questo lavoro come parte del team PROSPECT di Cancer Grand Challenges – . Identificare altri fattori di rischio per il tumore del colon-retto a esordio precoce è uno degli obiettivi principali del lavoro che stiamo conducendo qui al Mass General Brigham Cancer Institute”.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views