Beveva otto energy drink al giorno poi l’ictus a 50 anni, i medici: “Tre volte la caffeina consentita”

Otto anni fa un uomo inglese sulla cinquantina è finito in ospedale a causa di un ictus ischemico. Fortunatamente i medici dell'ospedale di Nottingham che si sono occupati di lui hanno evitato il peggio, ma quell'episodio ha lasciato segni sul corpo dell'uomo che durano ancora oggi.
Il caso è diventato oggetto di studio per via di un dettaglio piuttosto importante, di cui però i medici si sono resi conto solo dopo averlo dimesso, quando la pressione è tornata a salire senza un apparente motivo, dato che fino ad allora l'uomo non aveva avuto particolari problemi di salute: era abituato a bere circa otto energy drink al giorno.
Ora i medici che lo hanno seguito, pur non avendo prove certe del collegamento con il rischio di ictus, chiedono regole più severe nella vendita e sponsorizzazione di queste bevande, già oggetto di precedenti studi. La loro ipotesi è infatti che il loro consumo eccessivo “possa essere un fattore di rischio per ictus e malattie cardiovascolari”.
Il caso
Al momento del ricovero – si legge nello studio – il paziente aveva una pressione sanguigna di 254/150 mmHg. Si tratta di un valore estremamente alto e pericoloso. Sono infatti considerati normali valori compresi tra i 100 e i 120 mmHg per la pressione sistolica (o massima) e tra i 75 e gli 80 mmHg per la diastolica (o minima). Quando la massima supera i 180 mmHg e la minima i 120 mmHg può essere in corso un'emergenza ipertensiva, una condizione molto pericolosa in cui, oltre a un'ipertensione grave, ci sono anche segni di danni agli organi bersaglio, come cervello, cuore e reni, spiega il Manuale MSD.
L'uomo ha avuto infatti un ictus al talamo, la regione del cervello che controlla tra le altre cose la percezione sensoriale e il movimento. Questo gli ha causato atassia nel lato sinistro del corpo. Si tratta di una condizione, spesso causata da ictus, in cui “è compromesso il controllo dei muscoli durante movimenti volontari come camminare o afferrare oggetti”, come sspiega il sito della Fondazione Humanitas. L'uomo presentava infatti tutti i sintomi tipici di questa condizione, come mani e piedi intorpiditi, difficoltà a rimanere in equilibrio, a camminare, deglutire e a parlare.
“Non ero consapevole dei rischi”
Dopo il ricovero e la terapia a base di farmaci per abbassare la pressione sanguigna, i valori dell'uomo sono pian piano rientrati, la pressione massima era scesa a 170 mmHg. Ma solo qualche giorno dopo il rientro a casa la sua pressione è tornata a salire. A quel punto i medici hanno indagato meglio sul suo stile di vita ed è solo allora che hanno scoperto la particolare abitudine dell'uomo: bere circa otto energy drink al giorno. Quando, seguendo le indicazioni dei medici, ha smesso di bere bevande energetiche, la sua pressione è scesa progressivamente fino a rientrare nei valori normali.
Oggi, a distanza di tutto questo tempo, l'uomo sta bene ma non ha ancora recuperato completamente la sensibilità nel lato sinistro del corpo: “Ovviamente – racconta oggi – non ero consapevole dei pericoli che l'assunzione di energy drink mi stava causando. Continuo a sentire intorpidimento nel lato sinistro, nella mano, nelle dita e nel piede anche dopo 8 anni”.
L'avvertimento dei medici sui rischi
Com'è noto, le bevande energetiche sono ricche di caffeina e altre sostanze eccitanti. Quelle che beveva di solito l'uomo protagonista di questa storia contenevano circa 160 mg di caffeina per bevanda. Questo significa che l'uomo assumeva circa 1,2/1,3 grammi di caffeina, quindi circa tre volte l'assunzione massima giornaliera considera sicura per un adulto saano (fatta eccezione per le donne in gravidanza) di 400 mg.
Inoltre, secondo gli autori dello studio, i possibili effetti collaterali dell'eccessiva assunzione di caffeina possono essere stati potenziati dalle altre sostanze eccitanti presenti nelle bevande e spesso contenenti caffeina "nascosta": "L'ipotesi è che l'interazione di questi altri ingredienti, tra cui taurina, guaranà, ginseng e glucuronolattone, potenzi gli effetti della caffeina, aumentando il rischio di ictus attraverso numerosi meccanismi", hanno spiegato gli autori.
Anche se non ci sono prove certe che confermano il collegamento tra questo eccessivo consumo di bevande energetiche e l'ictus dell'uomo, dati i rischi e il tasso di mortalità associati agli ictus, ma anche gli effetti negativi per la salute delle bevande ad alto contenuto di zucchero, gli autori chiedono di regolamentare il consumo, la vendita e la pubblicità degli energy drink, per rendere i consumatori più consapevoli dei rischi legati al consumo eccessivo.