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Aumento sostenuto dei casi di influenza, cosa sappiamo della variante K e cosa dicono i numeri

Già a novembre in Europa l’influenza stava aumentando “in modo insolitamente precoce”, ma per quanto riguarda l’Italia i casi sono comunque in linea con quanto atteso in questo periodo. Cos’è la nuova variante e quali sono i sintomi dell’influenza.
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Febbre, sintomi respiratori e dolori muscolari. In questi giorni migliaia di italiani sono alle prese con l'influenza, che di settimana in settimana sta facendo salire il numero dei casi registrati nel Paese.

Secondo l'ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet, nella settimana tra il primo e il 7 dicembre l'incidenza delle infezioni respiratorie acute è stata pari a 12,4 casi per 1.000 assistiti, in aumento rispetto alla settimana precedente. Almeno un quarto dei nuovi casi è stato causato dai virus influenzali attualmente in circolazione. In totale dall'inizio della sorveglianza, a ottobre, sono stati registrati 4 milioni di casi di infezioni respiratorie acute, di cui 695mila nell'ultima settimana.

Come interpretare questi dati

Certo, da tempo gli esperti avevano anticipato che questa avrebbe potuto essere una stagione influenzale particolarmente intensa, come aveva fatto intuire già la stagione influenzale in Australia, una delle più importanti degli ultimi anni, e il suo inizio in anticipo nell'emisfero settentrionale.

Ma vale la pena specificare per non cedere in pericolosi allarmismi, che dati dalla mano, in Italia per il momento non siamo davanti a numeri anomali. Lo ha confermato Anna Teresa Palamara, che commentando i dati dell'ultimo bollettino RespiVirNet ha chiarito come sebbene nell'ultima settimana osservata ci fosse stato "un aumento sostenuto dei casi di infezioni respiratorie acute", questo fosse comunque "in linea con l'andamento per questo periodo dell'anno".

Quali i sintomi dell'influenza

Anche se questa stagione è iniziata prima del previsto, i sintomi restano comunque i tipici influenzale. Come aveva spiegato a Fanpage.it il virologo Fabrizio Pregliasco, l'influenza si distingue da altre forme virali per la presenza di tre sintomi. Ovvero la comparsa, spesso improvvisa, di febbre alta, anche sopra i 38 °C, accompagnata da sintomi respiratori, come raffreddore o gola arrossata e almeno da un sintomo sistemico, come dolori muscolari e stanchezza importante.

Cosa ha di diverso questa stagione influenzale

Come aveva spiegato Pregliasco, quanto accaduto durante l'inverno in Australia, dove la stagione influenzale è stata tra le più difficili negli ultimi anni, faceva presagire che anche nell'emisfero settentrionale, e quindi anche in Italia, l'inverno non sarebbe stato dei più semplici, anche a causa della scarsa copertura vaccinale, soprattutto nelle fasce più a rischio, ovvero gli over 65.

Già a novembre i principali enti epidemiologici internazionali confermavano un inizio della stagione influenzale in Europa, non solo in anticipo, ma anche abbastanza intenso. Nel bollettino settimanale del 21 novembre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) confermava che i casi di influenza rilevati fino ad allora stavano aumentando "rapidamente e prima del solito". In quello diffuso il 12 dicembre, riferito alla settimana dal primo al 7 dicembre l'agenzia confermava che "l'attività influenzale sta aumentando rapidamente e circolando ampiamente" in tutta Unione europea e nello Spazio economico europeo (SEE).

Anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha confermato un inizio della stagione in anticipo di quattro settimane, ma allo stesso tempo ha rassicurato che "questo non è insolito e le tendenze attuali sono simili a quelle osservate nella stagione influenzale 2022-2023".

Quali sono i virus che stanno circolando

A rendere più complesso il quadro è anche la circolazione a livello globale di un nuovo sottoclade K del virus A(H3N2), rilevato in modo importante a partire da agosto in Australia e Nuova Zelanda, tanto che proprio a questa variante di H3N2 gli esperti hanno attribuito il prolungarsi nell'emisfero australe della stagione influenzale fino a ottobre e novembre 2025. Dagli ultimi aggiornamenti è emerso che il sottoclade K ha rappresentato circa la metà dei virus australiani e più di due terzi dei virus in Nuova Zelanda.

In una valutazione dei rischi associati a questa variante del virus H3N2 recentemente pubblicata, l'Ecdc spiega che "rispetto agli anni precedenti, l'influenza sta aumentando in modo insolitamente precoce nell'UE/SEE, con il virus A(H3N2) che ha guidato gli aumenti nelle ultime settimane". Anche in Italia il virus A (H3N2) risulta dominante tra gli influenzali.

Cosa sappiamo sul nuovo sottoclade K

Il documento sottolinea alcuni punti: per quanto riguarda il sottoclade K, la sua presenza è stata confermata in tutti i continenti e rappresenta la metà delle sequenze registrate tra maggio e novembre 2025. Inoltre, da analisi in laboratorio è emersa "una discrepanza tra il vaccino e questo nuovo sottoclade". Questo significa che i vaccini finora disponibili potrebbero essere meno efficaci nel proteggerci dal virus. Anche la dominanza di A(H3N2) potrebbe essere uno dei fattori responsabili della rapida diffusione dell'influenza: dato che non è stato dominante – spiega l'agenzia – negli anni precedenti, molte persone potrebbero avere una copertura immunitaria inferiore in quanto non sono mai stati esposti al virus.

Questo però – vale la pena ribadirlo – non significa che vaccinarsi sia diventato inutile, anzi. Come ha spiegato anche l'infettivologo Matteo Bassetti, "la tua immunità da nuovi vaccini ti aiuterà a non finire in ospedale". Questo significa che pure in caso di influenza, il vaccino è fondamentale per evitare che il virus causi forme gravi, riducendo il rischio di ospedalizzazione e complicanze. Per questo motivo – come ha raccomandato anche Palamara – dato che non siamo ancora nel picco della stagione influenzale e i virus continueranno a circolare ancora per settimane, non è ancora troppo tardi per vaccinarsi.

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