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Approvato il primo farmaco anti congelamento: rischio amputazione ridotto a zero in uno studio

La FDA ha approvato l’iloprost, il primo farmaco in assoluto contro il congelamento grave. È talmente efficace che in uno studio clinico ha ridotto a zero il rischio di amputazione nei pazienti cui è stato somministrato. Ecco come funziona.
A cura di Andrea Centini
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Il primo farmaco contro il congelamento grave è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, l'agenzia federale statunitense deputata alla regolamentazione di medicinali, prodotti alimentari e terapie sperimentali. Si tratta dell'iloprost (nome commerciale Aurlumyn), tecnicamente un vasodilatatore. Il farmaco era stato già autorizzato in precedenza per il trattamento della pressione alta nei polmoni, ma si è dimostrato estremamente efficace nell'eliminare il rischio di amputazione nei pazienti colpiti da congelamento grave.

Come spiegato in un articolo su The Conversation dal professor Steven R. Hall, docente di Farmacologia presso Università di Lancaster (Regno Unito), il congelamento è una risposta al freddo prolungato o estremo, “che causa la costrizione dei vasi sanguigni e il rallentamento del flusso sanguigno nelle estremità”. Si tratta di una strategia evolutiva che permette di mantenere il sangue caldo in circolo negli organi vitali e quindi di sopravvivere, sebbene i danni alle estremità del corpo come mani, piedi (in particolar modo le dita), naso e orecchie possono essere catastrofici. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) indica infatti che la carenza prolungata di ossigeno legata al mancato afflusso del sangue può portare alla morte delle cellule e alla necrosi dei tessuti, con la comparsa della cancrena e infezioni.

L'unica soluzione, in molti casi, è l'amputazione delle parti del corpo sottoposte a congelamento, il cui rischio “aumenta quando la temperatura scende al di sotto dei -15°C”, spiega l'ISS. Se il vento è gelido, dai -27 °C in giù, si può verificare anche in meno di 30 minuti. Nelle condizioni più estreme può essere sufficiente qualche minuto o anche meno per congelare: in Canada spesso la popolazione viene invitata a restata a casa proprio a causa del rischio di congelamento grave "in meno di un minuto", come spiegato dal professor Hall. Ora, grazie al farmaco approvato dalla FDA il 14 febbraio del 2024, c'è una speranza per tutte quelle persone che vivono nelle aree più esposte al rischio di gelate mortali.

Lo studio guidato da un team di ricerca francese ha coinvolto 47 pazienti con congelamento grave, che come spiegato dall'agenzia statunitense sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo ha ricevuto l'iloprost per via endovenosa per 6 ore al giorno per un massimo di 8 giorni; il secondo iloprost più altri farmaci non approvati per il congelamento e il terzo solo altri farmaci. A una settimana esatta dall'inizio della terapia i ricercatori hanno condotto una scintigrafia per verificare la necessità di ricorrere all'amputazione, che è risultata essere dello 0 percento nel gruppo iloprost (0 su 16); del 19 percento nel gruppo iloprost più altri farmaci (3 su 16); e del 60 percento nel gruppo senza iloprost (9 su 15). Il farmaco, in pratica, quando somministrato da solo ha ridotto a zero il rischio di amputazione.

Ma come funziona esattamente questo l'iloprost? Come indicato si tratta di un vasodilatatore che impedisce la formazione di coaguli di sangue. Poiché il congelamento determina vasocostrizione per i motivi sopracitati, il principio attivo contrasta attivamente questa risposta fisiologica, aiutando a proteggere dalla necrosi il tessuto all'interno del quale si formano i cristalli di ghiaccio. “Tuttavia – come spiegato dal professor Hall – ogni volta che il flusso sanguigno viene reintrodotto in tale tessuto, paradossalmente può peggiorare la lesione e causare ulteriori danni. Questo è chiamato ‘danno da riperfusione' ed è in gran parte causato da un improvviso afflusso di ossigeno che causa stress ossidativo”. L'iloprost, oltre a promuovere la vasodilatazione, abbatte anche lo stress ossidativo, questo duplice meccanismo d'azione, sottolinea lo scienziato, “potrebbe aiutare a spiegare il suo impressionante potenziale come trattamento del congelamento”.

Lo studio clinico in cui è stato testato l'iloprost è piccolo, ma l'estrema efficacia dimostrata e la conseguente approvazione dell'FDA suggeriscono che siamo innanzi a una possibile rivoluzione per prevenire le amputazioni da congelamento.

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