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Abbassare il colesterolo fa bene al cuore e al cervello: riduce anche il rischio di demenza

Mantenere sotto controllo i valori del colesterolo protegge non solo il cuore ma aiuta anche a prevenire il rischio di demenza: lo dimostra un nuovo studio su oltre un milione di persone, pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association.
A cura di Valeria Aiello
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Quando si parla di colesterolo alto (ipercolesterolemia), probabilmente tutti sappiamo che livelli non ottimali di colesterolo “cattivo” (colesterolo LDL) aumentano il rischio di malattie cardiache e vascolari. Un nuovo studio ha però dimostrato che tenere sotto controllo i valori del colesterolo fa bene non solo al cuore ma può aiutare anche la salute cognitiva, riducendo il rischio di demenza.

Condotto dai ricercatori dell’Università di Bristol nel Regno Unito e dell’Ospedale universitario di Copenaghen in Danimarca, lo studio fornisce dati più dettagliati su questa associazione e sul fatto che avere livelli di colesterolo ottimali nel corso della vita possa proteggere anche il cervello. Questo è particolarmente vero nelle persone con varianti genetiche che tendono naturalmente a mantenere bassi livelli di colesterolo. “In queste persone  – spiegano gli studiosi – le varianti genetiche influenzano naturalmente le stesse proteine bersaglio dei farmaci ipocolesterolemizzanti, come le statine e l’ezetimibe”.

Valutare il rischio di demenza in queste persone ha pertanto fornito indizi utili a comprendere gli effetti del controllo del colesterolo attraverso i farmaci, riducendo al minimo l’influenza di fattori confondenti, quali peso, dieta, esercizio fisico e altre abitudini di vita, che sono più difficili da monitorare con precisione.

Cosa dice lo studio sul legame tra demenza e colesterolo

Per l’analisi, gli studiosi hanno confrontato i dati sanitari di oltre un milione di persone, utilizzando un metodo chiamato della randomizzazione mendeliana: questo tipo di analisi ha permesso di distinguere la correlazione tra la genetica che prevedeva bassi livelli di colesterolo e un minor rischio di demenza, suggerendo che i percorsi biologici influenzati dai geni che mantengono basso il colesterolo – come detto gli stessi presi di mira dai farmaci ipocolesterolemizzanti – influenzino anche la probabilità di demenza.

In particolare, dai risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, è emerso che anche una riduzione della quantità di colesterolo nel sangue (una millimole per litro) è associata a una riduzione fino all’80% del rischio di sviluppare demenza.

I nostri dati suggeriscono che avere bassi livelli di colesterolo dovuti a fattori genetici o a trattamenti medici, può contribuire a ridurre il rischio di demenza” hanno evidenziato gli studiosi, senza tuttavia fornire informazioni definitive sul ruolo dei farmaci o sul perché il colesterolo alto possa aumentare il rischio di demenza.

Una possibile spiegazione è stata però proposta dall’autrice corrispondente dello studio, la dott.ssa Liv Tybjærg Nordestgaard, che ha sottolineato l’impatto del colesterolo alto nello sviluppo dell’aterosclerosi: “L’aterosclerosi è il risultato dell’accumulo di colesterolo nei vasi sanguigni – ha osservato l’esperta – . Può colpire sia il corpo che il cervello, aumentando il rischio di formazione di piccoli coaguli di sangue, una delle cause della demenza”.

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