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Tutti i segreti della Golar Tundra, l’enorme nave rigassificatore arrivata a Piombino

La nave Golar Tundra rimarrà davanti al porto di Piombino per i prossimi tre anni. Da qui passeranno le navi metaniere che dovranno immettere gas naturale nella reta italiana.
Intervista a Manfrida Giampaolo
Professore di Macchine a fluido all'Università degli Studi di Firenze
A cura di Valerio Berra
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La Golar Tundra è arrivata nelle acque davanti al porto di Piombino. Guardandola dalla costa si vede già che è colossale: 292,5 metri di lungezza, 43,4 metri di larghezza e 55 metri di altezza. Una fabbrica galleggiante che per i prossimi tre anni lavorerà a ritmo costante per alimentare un gasdotto che la collegherà alla terra ferma. È una nave rigassificatore e sarà anche una presenza fissa sulla linea dell’orizzonte di Piombino.

Giampaolo Manfrida è un docente dell’Università di Firenze. Insegna Macchine a Fluido e con Fanpage.it ha ripercorso tutte le operazioni che dovrà fare la Macchine a fluido nei prossimi mesi. La nave è stata costruita nel 2015, può rigassificare circa 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno ed è costata circa 330 milioni di euro. Al momento tutte le operazioni vengono gestite dalla società Snam.

Cosa vuol dire rigassificare il gas?

Il mercato del gas funziona in due modi. Questa materia prima può arrivare tramite gasdotti direttamente dagli impianti che gestiscono i giacimenti e da qui può essere immesso nelle reti nazionali. Questo è ad esempio il caso del Nord Stream 2, gasdotto creato per portare gas dalla Russia all’Europa passando sotto il Mar Baltico. Nel caso di Piombino quando parliamo di gas parliamo sempre di metano.

Il secondo modo è attraverso le navi metaniere: “Il gas liquefatto è un prodotto che è sul mercato. Viene trasportato da navi metaniere e ci sono aste per aggiudicarsi queste navi. Tutte trasportano enormi quantità di gas liquefatto”, spiega Giampaolo Manfrida. La scelta di trasportarlo in forma liquida è semplicemente un fattore fisico: “Il gas arriva liquefatto perché occupa meno spazio, è il sistema più comodo per trasportarlo”.

Per restare nello stato liquido il gas deve essere a bassissima temperatura: – 170°. Lo scopo del rigassificatore è quello riportare il liquido a temperatura ambiente e trasformarlo così di nuovo in gas. Negli impianti che sono installati sulle navi, come nel caso della Golar Tundra, per riportare il gas a temperatura ambiente viene usata l’acqua del mare che scambia calore con il gas allo stato liquido. Ovviamente per fare tutto questo è necessario anche un sistema di condutture: bisogna portare il gas dalla nave metaniera alla nave rigassificatore e poi dal rigassificatore alla rete che si trova sulla terraferma.

Perché usare una nave per la rigassificazione?

La scelta di usare una nave è semplicemente la più rapida, ma esistono anche altre soluzioni: “Questa operazione si può fare anche con un impianto fisso a terra. Ne abbiamo uno a La Spezia. A Monfalcone invece c’è una parte a terra e una parte su una piattaforma sul mare”. L’acqua utilizzata per questo processo non viene trattata e poi viene rilasciata in mare: “Non ci sono scorie di produzione. Quello di usare l’acqua per il raffreddamento è una tecnica usa anche in altre aziende. Poco più a Nord, a Rosignano, c’è la Solvay che fa la stessa cosa”.

Per cosa verrà usato il gas immesso a Piombino?

Il metano rigassificato verrà utilizzato in parte per le abitazione domestiche e in parte per uso industriale. Soprattutto in questo campo è abbastanza difficile trovare un sostituto: “Il gas è difficile da sostituire per gli usi industriali, soprattutto per gli impianti che lavorano a una fascia di temperatura sopra i 200°”.

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