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India, si allungano ancora i tempi per i test balistici. Intanto i marò restano in carcere

Il ministro degli Esteri Terzi ha commentato la vicenda dei marò accusati in India e il sottosegretario De Mistura ha ribadito che nessun militare può essere giudicato da un altro Stato. Per la sorte dei marò i tempi si allungano a causa delle elezioni locali mentre i pescatori continuano a manifestare un forte sentimento anti-italiano.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro degli Esteri Terzi ha commentato la vicenda dei marò accusati in India e il sottosegretario De Mistura ha ribadito che nessun militare può essere giudicato da un altro Stato. Per la sorte dei marò i tempi si allungano a causa delle elezioni locali mentre i pescatori continuano a manifestare un forte sentimento anti-italiano.

Assodato che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i marò italiani in carcere a Trivandrum, continueranno, almeno per il momento, a essere giudicati secondo la legge dello Stato indiano, non si fermano le polemiche in Italia riguardo la competenza giurisdizionale dato che, lo ha ribadito ancora una volta il sottosegretario agli Esteri De Mistura, nessun militare di nessun paese può essere giudicato fuori dal proprio Stato di provenienza. Le ultime dichiarazioni di De Mistura, si legge dall’agenzia Asca, non hanno nascosto il disappunto del sottosegretario per la scelta di consegnare alle autorità indiane i due militari italiani che “stavano facendo il loro dovere nel contrasto alla pirateria”.

Si attendono ancora i risultati dei test balistici – Sul piano strettamente giudiziario la vicenda procede con un ritmo piuttosto blando soprattutto perché pesano molto, in India, le imminenti elezioni locali nello Stato del Kerala. A quanto pare, solo dopo che queste saranno concluse, arriveranno anche i risultati definitivi dei test balistici effettuati sulle armi dei fucilieri italiani, la “prova del nove” secondo le nostre autorità. L’Alta Corte aveva fissato un’udienza per il 15 marzo ma è già previsto un ulteriore rinvio (se ne riparlerà dopo il 28) proprio a causa della tornata elettorale che lascerà i nostri militare in carcere ancora a lungo.

Il Ministro Terzi: “La nave non doveva entrare in acque indiane” – Intanto il Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, è tornato sulla questione negli ultimi giorni rispondendo, su Twitter, alle critiche che quotidianamente arrivano riguardo la gestione della vicenda in India. Il ministro, oltre a lasciare le polemiche sulle responsabilità ad altri, ha mostrato il suo evidente disappunto per il fatto di dover far fronte a un’emergenza provocata dalla decisione della Enrica Lexie di entrare in acque indiane. Per il momento anche la petroliera resta, infatti, ancora al largo del porto di Kochi, probabilmente perché, almeno fino al voto di sabato prossimo, le autorità indiane non vogliono che si faccia alcun passo che possa essere interpretato come un indebolimento della politica di fermezza e di sostegno alle famiglie dei pescatori uccisi. Ad oggi, il risentimento degli indiani per la vicenda avvenuta a febbraio è ancora forte ed è stata manifestata nel corso di alcune proteste dei pescatori di Kollam, che chiedono maggiore sicurezza in mare, a Kochi.

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