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Elezioni politiche 2018

Il tracollo del Pd e l’ascesa del M5s nei numeri. La Lega quadruplica i suoi voti del 2013

Il trionfo del M5s e il crollo del Pd alle elezioni politiche del 2018 sono ancora più evidenti se si paragonano i numeri del 4 marzo con quelli del 2013. Chi guadagna più consensi è la Lega, quadruplicando il numero dei voti. Crolla anche Forza Italia, cresce Fratelli d’Italia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Da una parte l’ascesa di MoVimento 5 Stelle e Lega, dall’altra il tracollo del Pd. Sono stati questi due elementi le principali novità del voto delle elezioni politiche del 2018 rispetto a quello di cinque anni fa. Il partito guidato da Matteo Renzi ha perso oltre due milioni di elettori, più o meno quanti guadagnati dal MoVimento 5 Stelle. Chi però aumenta di più il suo consenso è la Lega che passa da poco più di un milione di voti a cinque milioni e mezzo.

Il crollo del Pd

Alle elezioni politiche del 2013 il Pd prese il 25,43% dei voti alla Camera, risultando il secondo partito, di poco dietro al M5s. In totale i dem raccolsero 8.646.034 voti. In questa tornata elettorale (con una affluenza alle urne leggermente inferiore: 73% contro 75%) si sono fermati a 6.134.727, il 18,72% dei voti. Al Senato la debacle è persino più ampia: 19,12% oggi contro il 27,43% del 2013. Notevole la differenza per la coalizione di centrosinistra: nel 2013 ha preso il 22,8%, cinque anni fa il 29,5% (ma all’interno c’era anche Sel, oggi confluita in LeU).

Il trionfo del M5s

Il MoVimento passa dagli 8.691.406 voti del 2013 ai 10.697.994 del 2018 a Montecitorio. Evidente anche la differenza percentuale: allora erano il primo partito con il 25,5%, oggi lo sono con il 32,6%. Al Senato il M5s guadagna due milioni e mezzo di voti e passa dal 23,8% al 32,2%.

La Lega è il partito che ha aumentato di più i consensi

Nel 2013 la Lega superò di poco la quota di un milione di voti, fermandosi al 4,3% al Senato. Oggi al Senato ha 5.317.019 voti, il 17,6%: ha sostanzialmente quadruplicato i consensi con la segreteria di Matteo Salvini. Dato simile alla Camera dove passa dal 4,1% al 17,6%.

Il tracollo di Forza Italia e l’ascesa di FdI

Nel 2013 Forza Italia si presentava come parte del Popolo della Libertà, di cui facevano parte anche esponenti poi passati in altri schieramento come nel caso di Alternativa Popolare di Angelino Alfano. Ma la differenza rispetto ad allora è troppo netta per giustificare il crollo. Il Pdl ottenne 7.332.134 voti alla Camera cinque anni fa, oggi Forza Italia si ferma a 4.590.774: il 21,5% contro il 14%. Stesso discorso al Senato: 22,3% nel 2013 contro il 14,4% di oggi. Al contrario cresce Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni: al Senato raddoppia i voti (da meno di 600mila a 1milione e 300mila), passando dall’1,9% al 4,2%. Così come alla Camera, dove va dal 2% del 2013 al 4,3% di oggi.

Infine, capitolo a parte per Liberi e Uguali. Alle elezioni del 2013 non esisteva: allora si presentò Sinistra Ecologia Libertà, in coalizione con il Pd, raccogliendo un milione di voti e il 3,2%. LeU tiene insieme Sinistra Italiana (nato da Sel), Mdp (formato dai fuoriusciti dal Pd come Bersani e D’Alema) e Possibile. In queste elezioni LeU ha raggiunto il 3,3%, raccogliendo circa 100mila voti in più di cinque anni ma con uno schieramento molto più ampio, anche se un confronto è difficile.

I voti su base regionale al Senato

Prendendo in considerazione i voti su base regionali delle coalizioni del 2013 si possono notare evidenti differenze nel comportamento degli elettori. Ovunque cresce il M5s risultando la prima forza in molte regioni, soprattutto al Sud. Crolla il centrosinistra che mantiene solo la Toscana e il Trentino. Il centrodestra domina al Nord e conquista anche due regioni ‘rosse’ come Emilia Romagna e Umbria.

In Abruzzo nel 2013 il centrodestra prevalse di poco sul M5s, situazione che si è ribaltata oggi con il crollo del centrosinistra a guida Pd. In Basilicata il M5s passa da terza forza a prima con il 43% dei voti contro il 26% del centrodestra. Il centrosinistra passa dal 36,7 al 21,3%. Anche in Calabria stesso discorso per il M5s: da terza a prima forza in cinque anni con ben il 43,5% dei voti. Stabile il centrodestra sopra il 33%, crolla la coalizione a guida Pd. Rimanendo al Sud, incredibile il risultato pentastellato in Campania: dal 20,7% al 48,7%, con un netto calo di centrodestra e centrosinistra.

Grande sorpresa in Emilia Romagna, dove il centrosinistra vinceva con il 42% cinque anni fa e oggi si vede sorpassato dal centrodestra, fermandosi al 30,5%. In Friuli Venezia Giulia il centrodestra rompe l’equilibrio del 2013 vincendo nettamente su M5s. Nel Lazio crolla il centrosinistra: da prima a terza coalizione, a spuntarla è il centrodestra con tre punti percentuali in più del M5s. In Liguria il centrodestra guadagna il 13% ed è nettamente davanti a M5s (che perde qualcosa) e al centrosinistra che era in testa cinque anni fa.

In Lombardia si conferma il centrodestra, con il centrosinistra in calo e il MoVimento in leggera salita. Sorpresa nelle Marche dove il centrosinistra non è più la prima coalizione, nettamente sorpassata da M5s (35%) e centrodestra (33%). Il centrosinistra crolla anche in Molise, dove da primo passa terzo, a favore del M5s che ottiene il 44,5% dei voti.

In Piemonte meno vistoso il calo del centrosinistra che però passa dall’essere la prima forza politica a terza coalizione, nettamente dietro al centrodestra primo. In Puglia il M5s raccoglie il 20% in più rispetto alle scorse elezioni e sorpassa largamente il centrodestra. La Sardegna si conferma territorio favorevole ai Cinque Stelle: nel 2013 ottennero nell’isola uno dei migliori risultati regionali, stavolta arrivano al 42%, con il centrosinistra che perde più del 13%.

La Sicilia vede il M5s vincere con numeri clamorosi: 48,1% dei voti, contro il 29,5% del 2013. Netto il distacco rispetto alle altre forze politiche: il centrodestra è al 32%, il centrosinistra non raggiunge neanche il 14%. Le uniche regioni in cui il centrosinistra regge sono la Toscana e il Trentino. In Toscana, pur perdendo quasi dieci punti percentuali, la coalizione guidata dal Pd raccoglie il 34%, il 2% in più del centrodestra. In Trentino Alto Adige il 44% (comunque in calo rispetto a cinque anni fa), con la contestuale avanzata di centrodestra e M5s.

Crolla un altro fortino rosso come l’Umbria: il centrodestra vince con il 37%, dieci punti percentuali in più del centrosinistra che solo cinque anni fa aveva la stessa percentuale del centrodestra di oggi. Infine, in Veneto il M5s sorpassa il centrosinistra al secondo posto ma il dominio è sempre del centrodestra che passa dal 33% del 2013 al 48,1% di oggi.

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