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Stop a glifosato per i campi: l’erbicida usato in agricoltura sarebbe cancerogeno

Il Ministro italiano delle politiche agricole e quello della Salute hanno annunciato l’orientamento contrario dei loro ministeri alla riconferma dell’uso della sostanza attiva Glyphosate in ambito europeo. La delicata questione verrà discussa dai Paesi membri questa settimana.
A cura di Susanna Picone
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Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e la titolare del Ministero della Salute Beatrice Lorenzin hanno annunciato il loro orientamento contrario alla riconferma dell'uso della sostanza attiva Glyphosate in ambito europeo. La questione verrà discussa dai Paesi membri questa settimana al comitato permanente sui fitofarmaci. Quello sul glifosato è considerato un tema delicato. Il glifosato un erbicida molto diffuso considerato “probabilmente cancerogeno” dall'Oms e “probabilmente non cancerogeno” dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). La Francia finora era l'unico Paese ad aver chiaramente espresso il suo parere contrario all'ipotesi di proroga per 15 anni dell'autorizzazione Ue sull'uso dell'erbicida in Europa. Dalla Commissione europea è arrivata una prima apertura, da parte del commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis, che ha proposto un compromesso per “ridurre i tempi del prolungamento dell'autorizzazione a otto-dieci anni” invece che 15. Sulla discussione potrebbe pesare la recente notizia del ritrovamento di alcune tracce dell'erbicida nelle 14 marche di birra tedesche più vendute.

Italia lavora a piano nazionale “Glifosato zero” – A prescindere dagli esiti del confronto europeo dei prossimi giorni l’Italia sta anche lavorando a un “Piano nazionale glifosato zero”. Tre i pilastri del piano: implementazione della rete di monitoraggio dei residui di Glifosate su tutto il territorio nazionale, introduzione di limitazioni al suo impiego nell'ambito dei disciplinari che permettono l'adesione volontaria al sistema di qualità nazionale produzione integrata e definitiva eliminazione del Glifosate dai disciplinari di produzione integrata entro il 2020. “La sostenibilità quindi come leva sempre più forte di competitività del sistema agricolo italiano a partire da ciò che è stato fatto con le Regioni per la destinazione dei fondi europei”, ha sottolineato il ministro Martina. Secondo il ministro delle Politiche agricole, da qui al 2020 l'Italia investirà oltre 2 miliardi di euro per misure agronomiche che abbassino sempre di più l'utilizzo della chimica nei nostri campi.

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