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Giorgio Elter, il contadino che ha denunciato l’UE: “Fa poco per limitare i cambiamenti climatici”

Un agricoltore di Cogne, in Val D’Aosta, è uno dei dieci che ha denunciato l’Unione Europea, responsabile – a suo dire – di aver fatto troppo poco per arginare il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature: “Non possiamo vivere e lavorare in un territorio in cui la protezione ambientale è apprezzata per la presenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso, pur rimanendo silenziosi agli impatti dei cambiamenti climatici, che mettono in pericolo il futuro dei nostri bambini”.
A cura di Davide Falcioni
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Una famiglia valdostana, quella di Giorgio Elter, è tra le dieci che si sono rivolte alla Corte di Giustizia europea contro il Parlamento e il Consiglio europei per denunciare l'inadeguatezza del target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030. Quella di Elter è una famiglia di agricoltori che produce alimenti biologici a chilometro zero e gestisce un piccolo bed & breakfast a Cogne, ai piedi del Gran Paradiso, frequentato d'inverno dagli appassionati di arrampicata su ghiaccio. Le altre famiglie che stanno denunciando l'Unione Europea provengono da Germania, Portogallo, Romania, Francia, Svezia e da altri paesi non europei e sono tutte convinte che "la riduzione delle emissioni nazionali di gas serra di un minimo del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 sia inadeguato a far fronte alla concreta necessità di prevenire il rischio climatico e insufficiente a proteggere i loro diritti fondamentali di vita, salute, occupazione e proprietà".

Giorgio Elter e la sua famiglia hanno raccontato la loro esperienza nel corso di una conferenza stampa nella sede di Legambiente di Torino, che sostiene l'azione legale. "Non possiamo vivere e lavorare in un territorio – ha detto Elter – in cui la protezione ambientale è apprezzata per la presenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso, pur rimanendo silenziosi agli impatti dei cambiamenti climatici, che mettono in pericolo il futuro dei nostri bambini. Lo scioglimento dei ghiacciai, che sono la nostra importante riserva di acqua dolce e il nostro unico reddito durante la stagione invernale, non riguarda solo noi; insieme all'aumento della temperatura, causa anche significativi danni alle attività agricole a valle. Questi esempi concreti di come i cambiamenti climatici influenzano la nostra vita quotidiana ci fanno preoccupare per il futuro dei nostri figli".

Oltre a quello turistico c'è poi il problema agricolo: a causa dell'aumento delle temperature infatti sementi e colture locali hanno sensibilmente diminuito la loro produzione. Ed è stato proprio questo il motivo scatenante che ha convinto Elter ad affrontare una causa legale contro un colosso come l'Unione Europea con il sostegno e la consulenza di Barbara Pozzo, docente ordinario Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell’Università degli Studi dell'Insubria. “L’Italia sta facendo troppo poco, e troppo lentamente, per ridurre le sue emissioni di CO2, come dimostrano i dati che riportano addirittura un aumento nel settore energetico – hanno commentato Edoardo Zanchini e Fabio Dovana, rispettivamente vicepresidente nazionale di Legambiente e presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- Dobbiamo rafforzare l’azione per il clima e innalzare gli obiettivi UE 2030 in coerenza con l’accordo di Parigi. Legambiente sostiene pienamente l'azione legale della famiglia Elter, che può aiutarci a mobilitare i cittadini e a esercitare una crescente pressione sui governi affinché adottino politiche ambiziose in materia di clima ed energia e perché l’Europa diventi un esempio internazionale".

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