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Gb, militante neonazista ripudia il partito: “Sono gay. Violentato dalla mia stessa gente”

Kevin Wilshaw è stato membro del partito britannico di estrema destra National Party per 40 anni, ma ora lo ripudia e dichiara: “Sono gay. Per questo sono stato abusato dalla mia stessa gente. E mia madre era ebrea”.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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Kevin Wilshaw in un fermo immagine di Channel Four
Kevin Wilshaw in un fermo immagine di Channel Four

Kevin Wilshaw per 40 anni è stato militante del National Party, il partito neonazista e di estrema destra britannico. Entrato come giovane militante, a soli diciotto anni, è passato a essere organizzatore e vero e proprio leader di partito. Ora il cambiamento. In un’intervista rilasciata alla rete britannica Channel Four, Wilshaw ha dichiarato di voler lasciare il partito e ha rinnegato anche il suo passato: “Sono gay. Per questo sono stato abusato dalla mia stessa gente. E mia madre era ebrea".

Wilshaw ha detto di sentirsi "terribilmente colpevole" per il suo passato e la decisione di dare una svolta alla sua vita sarebbe avvenuta solo quando altri membri del suo gruppo hanno iniziato a prenderlo di mira perché sospettavano la sua omosessualità.

Lui stesso nell’intervista ha parlato degli abusi subiti: "In un paio di occasioni, di recente, sono stato fatto oggetto di odio proprio da parte della gente a cui ho voluto appartenere. L'essere gay è accettabile nella società, ma non all'interno di questi gruppi. E in quelle due occasioni, quando hanno sospettato che fossi omosessuale, hanno abusato di me". E ancora: “E' una cosa vera ma terribilmente egoista da dire. Ho visto persone vittime di abusi contro le quali c'erano urla e sputi in strada, ma solo quando queste cose sono dirette contro di te, capisci che è sbagliato".

Ma Wilshaw non ha tentato per anni di nascondere solo la sua omosessualità ma anche le sue origini ebraiche. Pur avendo espresso in precedenza odio per gli ebrei, ha raccontato che sua madre era in parte ebrea: "Mia madre era in parte ebrea, il suo cognome da ragazza era Benjamin. Quel termine, ‘gli ebrei', indica una massa di persone senza volto, non individui che puoi personalizzare. È la generalizzazione che induce a sterminare deliberatamente 6 milioni di individui". Proprio nella sua richiesta di adesione al National Front, Wilshaw aveva sottolineato il suo odio per gli ebrei.

Per l’ex militante del National Party la sua linea politica è legata alla sua infanzia e alla sua voglia di appartenere a un gruppo: "Non avevo molti amici a scuola, volevo essere membro di un gruppo che avesse uno scopo, far parte di qualcosa che dava un senso di appartenenza. Così pensai che farmi coinvolgere in quel genere di cose sarebbe stato semplice cameratismo. Anche quando quel gruppo di persone viene tagliato fuori dalla società per la sua visione estrema, continui a sentire quel senso di cameratismo nell'essere membro di un gruppo che viene attaccato da altra gente".

L’intervista, a detta di Wilshaw, è stato un atto liberatorio e ora ha deciso non solo di lasciare il partito ma di dedicare il suo tempo alla propaganda opposta: "Mi sento terribilmente colpevole. Voglio fare dei danni, non alla gente comune ma a quelli che propagandano questa immondizia".

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