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Gay Pride, gli organizzatori attaccano Marino: “La sua assenza è offensiva”

Il neo sindaco di Roma ha annunciato che intende trascorrere qualche giorno in famiglia: una decisione che gli organizzatori della parata hanno giudicato irrispettosa e offensiva.
A cura di Davide Falcioni
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Il Comitato Roma Pride 2013, organizzatore del Gay Pride che si terrà domani nelle vie della Capitale, non ha preso bene il rifiuto di Ignazio Marino, neo-sindaco, di partecipare alla manifestazione che promuove i diritti degli omosessuali. In un duro comunicato apparso sul sito, il comitato scrive, riferendosi alla risposta di Marino che ha annunciato che non sarà presente, preferendo trascorrere la giornata con la sua famiglia: "Una risposta irrispettosa e offensiva nei confronti di una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie famiglie. Il Sindaco di Roma ha il dovere di offrire alla Città una disponibilità diversa rispetto al passato e di dimostrare più attenzione alle richieste di una grande manifestazione per i diritti civili, la democrazia e la libertà. Siamo molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma e siamo fiduciosi che il Sindaco sappia comprendere l’importanza che avrebbe la sua presenza per una comunità che troppo spesso non riceve risposte credibili dalle Istituzioni e dai suoi più importanti rappresentanti.

Polemico anche Andrea Maccarone, presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli: "Ci sembra una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria e che si aspettava un chiaro e visibile segnale di vicinanza in netta discontinuità col passato. Per un sindaco di Roma che creda davvero nei diritti civili e nella piena uguaglianza delle persone lgbtqi la presenza al Pride non può più considerarsi un optional ma un impegno istituzionale e civile inderogabile. Tanto più che può tradursi anche in un saluto di qualche minuto all'inizio della parata come avviene nelle principali capitali europee. Oltre a questa grave sottovalutazione del Pride ci colpiscono negativamente e aggravano la nostra preoccupazione le parole più vaghe e fumose rispetto al riconoscimento delle famiglie anagrafiche che appaiono in contrasto con gli stessi impegni assunti da Ignazio Marino in campagna elettorale".

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