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Galan: “I partiti sono distrutti. Mi candido per un PdL meno di destra e più liberale”

Dalle unioni gay all’alleanza con la Lega. In un lungo colloquio con Fanpage, Giancarlo Galan parla della sua candidatura alle primarie e del PdL che vorrebbe: filomontiano, liberale e senza gli ex-AN (con cui allearsi, magari).
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Se anche Giancarlo Galan, tra i più montiani del PdL, si mette a criticare con ferocia la politica economica del governo Monti, vuol dire che il risentimento del centrodestra italiano contro il rigore dei tecnici è alle stelle. Lui però assicura: «La linea data da Monti è, di fondo, condivisibile. Il governo dei tecnici è un’esperienza non negativa».Una posizione non facile da sostenere quando hai sulla testa un macigno come le parole di Berlusconi alla conferenza stampa post- condanna, in cui minacciava addirittura di togliere la fiducia al Governo. «La mia linea non è proprio quella di Berlusconi quel giorno? Pazienza», dice Galan. «La libera discussione e l’eresia sono ammesse».

Infatti si è candidato alle primarie, le prime in assoluto, del PdL – che secondo lui è «troppo di destra» – per rappresentare l’anima più “liberal” del partito. Preferisce evitare di polemizzare, per il momento, con i suoi avversari alle primarie («dobbiamo ancora vedere tutti i nomi, e poi preferisco parlare di programma») e con le regole stabilite dal partito. Ma mette le mani avanti: «È la prima volta che un centrodestra in Europa utilizza lo strumento delle primarie. Ci consentirete di fare qualche errore: qualcuno prometto che lo faremo».

E con gli ex-AN che si fa? «Meglio dividerci per dare a tutti la possibilità di difendere i proprio valori senza troppe mediazioni». Due liste coalizzate ma divise, quindi, alle elezioni. «Lo dico da un anno. Un anno fa mi insultavano, oggi sono quasi tutti d’accordo».

Richiesta l’alleanza con la Lega Nord, ma con dei paletti ben piantati sul Pirellone: «Considererei la candidatura di Maroni alla presidenza della Lombardia inaccettabile. Sarebbe come dire agli elettori che noi al nord non c’entriamo più, che è affare di un altro partito. Ma non si governa un paese come l’Italia senza il nord».

Non sarà facile far digerire a Giovanardi la sua posizione favorevole alle unioni gay e ai diritti civili, che sono un punto chiave del programma di Galan. Molto più debole, invece, anzi quasi inesistente, la sua linea sui temi della giustizia. Tanto che, nel lungo colloquio con Fanpage, l’ex presidente del Veneto scherzando ammette: «Sono amico da quarantacinque anni di Niccolò Ghedini. Delle questioni di giustizia, comprese le mie, se ne occupa lui». E sui candidati “impresentabili”: «I politici come gli altri italiani, chi viene eletto ha solo occasioni migliori per rubare. Un parlamentare o un consigliere che ruba i rimborsi elettorali non è poi così diverso da un professionista che gonfia la nota spese della sua azienda».

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