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Francesco, morto per otite. L’omeopata: “Non ho mai negato il suo ricovero in ospedale”

Il legale di Massimiliano Mecozzi: “Il mio assistito non ha impedito ai genitori del bimbo né di andare all’ospedale e neppure di prendere farmaci convenzionali”.
A cura di Davide Falcioni
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"Il medico può prescrivere e adottare sotto la sua diretta responsabilità sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto e decoro della dignità della professione. Il medico non deve sottrarre la persona assistita ai trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia". Ruota intorno all'articolo 15 del codice deontologico dell'Ordine dei Medici il futuro professionale del dottor Massimiliano Mecozzi, il medico omeopata che aveva in cura il piccolo Francesco Bonifazi, morto nelle scorse settimane a seguito di un'encefalite figlia di una complicazione di un'otite non adeguatamente trattata. Venerdì l'ordine di Pesaro e Urbino si pronuncerà stabilendo un eventuale provvedimento disciplinare a carico dell'omeopata, che intanto è accusato dalla Procura di omicidio colposo. Accuse, va detto, che riguardano anche i genitori di Francesco.

Come racconta Il Resto del Carlino dal punto di vista giudiziario sono due i quesiti da chiarire: Massimiliano Mecozzi ha negato il ricovero in ospedale al bambino? E ha sconsigliato ai genitori l’uso di medicine convenzionali? A rispondere per conto dell'omeopata al momento è il suo legale, Vincenzo Carella: "Assolutamente no. Il mio assistito non ha impedito ai genitori del bimbo né di andare all’ospedale e neppure di prendere farmaci convenzionali. La realtà inconfutabile per ora è che non è stato Mecozzi ad andare a casa dei Bonifazi. Nessun medico parte di sua volontà. Dico che il dottore è stato chiamato. E che i genitori hanno scelto di andare da lui saltando gli altri presìdi medici, come il pediatra, gli ospedali di Cagli e di Pesaro. Non gli è stato imposto nulla".

Al momento, quindi, non c'è nulla di certo, fatta salva l'autopsia e le dichiarazioni delle parti coinvolte. Determinante sarà la registrazione della telefonata al 118 e in particolare la presunta conversazione avuta da Mecozzi con Mirko Volpi, medico del pronto soccorso dell'ospedale di Cagli. L'omeopata avrebbe detto al collega: "Voi dovete fare una semplice terapia domiciliare al bimbo, d’accordo?". "Non se ne parla nemmeno — sarebbe stata la risposta secca del dottor Volpi — Il bambino è da codice rosso, c’è una grave situazione neurologica in corso, ora lo portiamo in ospedale…". A quel Mecozzi avrebbe parlato con la madre di Francesco dicendole di non far somministrare a suo figlio né antibiotici né tachipirina. "Non glieli dia"

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