Formigoni condannato per diffamazione ai Radicali
I guai non arrivano mai da soli. E' proprio il caso di dirlo pensando al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. In attesa di sapere quel che sarà del Pirellone a seguito del caso Zambetti (ma una cosa già è certa: non si dimetterà, perché «non ho fatto niente», dice), il Celeste è stato condannato a pagare 900 euro di multa per diffamazione a mezzo stampa nei confronti dei Radicali.
La vicenda riguarda le dichiarazioni dello stesso Formigoni sulle firme false presentate a sostegno della propria candidatura, a suo avviso frutto di un complotto dei Radicali contro di lui al fine di estromettere il centro destra dalla campagna elettorale per la Regione nel 2010. I radicali presentarono una denuncia in procura, in cui si portata alla luce l'ipotesi di un falso nella raccolta delle firme a sostegno del listino del Presidente. Formigoni allora provò a rovesciare le accuse a suo favore, affermando che quelle firme sarebbero state manipolate dagli stessi membri del partito di Pannella.
Il giudice monocratico ha anche condannato Formigoni a risarcire le parti civili: 30 mila euro per Marco Cappato, 30 mila per Lorenzo Lipparini e 50 mila a favore del partito rappresentato da Marco Pannella. Il pm aveva chiesto un anno di carcere e 500 euro di multa.La difesa, invece, aveva sollecitato l'assoluzione invocando il diritto di cronaca (Formigoni è iscritto all'ordine dei giornalisti dal 1985, ndr) e di opinione politica.
Evidente la soddisfazione dei radicali alla notizia della condanna di Formigoni: «Sapevamo che era un presidente abusivo, ora sappiamo che è anche un presidente bugiardo», ha commentato Lorenzo Lipparini, costituitosi parte civile. «Non è certo finita qui perchè domani ci costituiremo anche nel processo contro i 15 verificatori di lista. Formigoni non ci ha mai raccontato come è andata con quelle firme e non ha mai nemmeno chiesto scusa a nessuno»