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Ex carabiniere torturato e ucciso, presi gli assassini: “Una rapina, ma lui reagì”

Il 51enne Mario Simone, ucciso in Brasile dove si era trasferito, è stato vittima di una vendetta per una rapina ai suoi danni che aveva sventato. In quattro lo hanno torturato e ucciso e volevano anche decapitarlo.
A cura di Antonio Palma
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Lo hanno aggredito in casa, gli hanno sparato e poi lo hanno immobilizzato e infine lo hanno torturato, arrivando a tranciargli anche due dita con un machete, tutto questo per vendicarsi di una rapina non riuscita ai suoi danni. Così è stato ucciso Mario Simone, il 51enne ex carabiniere originario di Andria ma in servizio per molti anni in provincia di Padova, trovato in una pozza di sangue nel novembre dello scorso anno nella sua casa di Igarapé, in Brasile,  dove si era trasferito e viveva da circa 10 anni.  A stabilirlo sono state le indagini della polizia locale che finalmente hanno identificato i quattro presunti assassini e il movente dietro al brutale delitto.

La tesi della vendetta era quella sostenuta dalla stessa famiglia della vittima che aveva raccontato di un tentativo di rapina avvenuto l'anno prima nella stessa casa di Simone ad opera di un uomo armato di pistola. Questo, dopo essere entrato furtivamente nell'abitazione, aveva aggredito il 51enne con l'intenzione di ucciderlo ma era stato sopraffatto dall'ex carabiniere che, grazie alla sua preparazione atletica, aveva avuto la meglio pur rimanendo ferito. Un episodio che aveva turbato lo stesso Simone preoccupato dai ritardi della polizia e dalla fuga dell'aggressore che lui aveva visto.

In effetti, secondo la polizia brasiliana, quello era stato un affronto per il rapinatore e i sui complici che si sarebbero poi vendicati. Si tratta di tre uomini e un adolescente di 17 anni, identificati e arrestai nei giorni scorsi. L'adolescente e un sospettato avrebbero anche confessato l'assassino, raccontando che avevano tentato in precedenza di rapinare l'ex carabiniere. Come riporta il Gazzettino, dalle indagini sono emersi dettagli ancora più cruenti sull'aggressione. Il piano dei rapinatori infatti prevedeva che la vittima, dopo essere stata uccisa, fosse addirittura decapitata.

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