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Vittorio Arrigoni è stato ucciso, i sequestratori non rispettano l’ultimatum. La Farnesina conferma

Due sospetti erano già stati arrestati prima del ritrovamento del corpo senza vita di Arrigoni, e uno di loro sotto interrogatorio aveva ”tradito i complici” e ”segnalato il luogo dove l’attivista era incarcerato”.
A cura di Biagio Chiariello
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L'Italia si risveglia con la notizia dell'ufficialità della morte di Vittorio Arrigoni, il volontario filopalestinese italiano rapito a Gaza da un gruppo ultra-estremista salafita. Il suo corpo è stato ritrovato in una casa abbandonata nel corso di un blitz dei miliziani di Hamas, molte ore prima del termine dell'ultimatum, che i sequestratori avevano fissato in teoria alle 17 di oggi (ora locale, le 19 in Italia) in cambio del rilascio dei loro "confratelli" detenuti, pena l'uccisione del prigioniero. A confermarlo è Ehab el-Ghoussein, portavoce del ministero dell'Interno di Hamas. "Fin dall'inizio l'intenzione dei rapitori era di uccidere la loro vittima, dal momento che l'omicidio è avvenuto dopo un breve lasso di tempo dalla sua cattura", ha spiegato in conferenza stampa il membro del gruppo radicale palestinese. "Le forze si sono mosse rapidamente e con cautela verso il covo ma hanno trovato l'uomo già ucciso diverse ore prima e in modo brutale, secondo il medico legale", probabilmente per soffocamento.

Due sospetti erano già stati arrestati prima del ritrovamento del corpo senza vita di Arrigoni, e uno di loro sotto interrogatorio aveva "tradito i complici" e "segnalato il luogo dove l'attivista era incarcerato", ha aggiunto Ghoussein. "Daremo la caccia al resto del gruppo e applicheremo la legge", ha concluso il portavoce.

Conferme dalla Farnesina che esprimere cordoglio alla famiglia, condannando nei termini "più fermi" il "vile e irragionevole gesto di violenza". Riprovazione per l'omicidio del nostro connazionale anche dall'Autorità palestinese: "Condanniamo questo crimine odioso ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla famiglia della vittima", ha detto alla France presse il capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat.

Vittorio Arrigoni, ricordiamo, si trovava a Gaza dal 2008 in qualità di volontario per la pace e per raccontare, dalle pagine de Il Manifesto e il tramite il suo blog, quanto accadeva sulla Striscia. L‘International Solidarity Movement (Ism), il gruppo cui faceva parte Arrigoni, si è detto "scioccato e profondamente rattristato per l'uccisione del nostro amico e collega".

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