Una chirurga a Gaza: “Bambini operati al buio, non ci sono anestetici né guanti. La guerra non salva nessuno”

Ustioni, amputazioni, gravi ferite da esplosione, traumi cranici e fratture esposte. Un vero e proprio inferno quello descritto dalla dottoressa Tiziana Riggio, volontaria chirurga dell'associazione Ideals, che si occupa di curare le vittime della guerra a Gaza.
In un video rilanciato dall'Ansa, l'italiana racconta la quotidianità in un ospedale della Striscia, territorio pesantemente bombardato dallo Stato d'Israele a partire dagli ultimi mesi del 2023, dopo l'attacco portato avanti da Hamas il 7 ottobre.
Secondo la dottoressa, a patire maggiormente l'offensiva israeliana sarebbero le donne e i bambini, che, spesso gravemente feriti, vengono soccorsi nelle strutture mediche locali. La situazione negli ospedali del Paese è fortemente compromessa, cosa che non permette ai medici di lavorare al meglio delle loro possibilità. A mancare sarebbero le basilari dotazioni mediche: "Cominciano a scarseggiare garze, disinfettanti, suture e devo operare con guanti di due misure più grandi del solito" ha commentato la chirurga.
Ad aggravare il tutto si aggiunge la mancanza di anestetici locali e analgesici, che portano i pazienti ad avere una "scarsa gestione del dolore". Si tratta di un quadro estremamente precario dove operare, anche perché a farne le spese sono spesso i bambini, costretti a soffrire e ad "uscire dalla sala operatoria in totale agonia".
Inoltre, non sarebbero solo i farmaci e gli essenziali oggetti utilizzati dai medici a venir meno, ma anche le condizioni necessarie per il funzionamento di una struttura ospedaliera. "Capita che vada via la luce. Non mi era mai successo nella vita di operare tutto al buio" dice Riggio.
La guerra, che va avanti da quasi due anni, non sembra volersi fermare, complicando il soccorso e la cura dei feriti. A tal proposito, la dottoressa afferma di non riscontrare casi così gravi con molta frequenza nei Paesi in cui viviamo, ma soprattutto spiega: "Non vediamo tutti questi bambini con questo tipo di lesioni. Purtroppo la guerra non salva nessuno".