Ucraina-Russia, Trump attacca Zelensky: “È un venditore, noi non diamo più un soldo a Kiev”

Volodymyr Zelensky è "il più grande venditore al mondo". Un attacco che arriva dal presidente Usa Donald Trump. Sono le stesse parole che Trump aveva usato in passato, in diverse occasioni, prima di essere eletto. Il motivo è che "ogni volta che (Zelensky) se ne andava dalla Casa Bianca si portava via milioni di dollari". Ma ora, ha insistito il presidente americano, le cose sono cambiate: "Non spendiamo più soldi per l'Ucraina", perché "trattiamo con la Nato, non con Kiev".
Trump ha dato la colpa dei soldi inviati all'Ucraina non a Zelensky, ma a Joe Biden, suo predecessore alla Casa Bianca. "Se non ci fosse stato lui, che ha vinto le elezioni con una frode, ma ci fossi stato io, la guerra non sarebbe mai iniziata. L'ha detto anche Putin", ha dichiarato ai giornalisti.
Questa, insomma, è la linea di Washington nella settimana in cui è previsto un nuovo incontro tra la delegazione ucraina e quella americana, per portare avanti il confronto su un eventuale accordo per la pace. Ciò che ci si aspettava, dopo gli annunci di Trump, era un incontro bilaterale tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Ma è diventato presto evidente che il presidente statunitense aveva esagerato parecchio la disponibilità di Putin a un vertice di questo tipo.
Trump ha detto ieri di aver nuovamente parlato con Putin, e che la conversazione è "andata bene, come sempre", ma non ha aggiunto altro. Ha affermato che i leader russo e ucraino hanno "un paio di settimane" per incontrarsi, altrimenti interverrà lui direttamente e ci potrebbero essere "conseguenze molto gravi". Va detto che in più occasioni, da quando è in carica, Trump ha usato "due settimane" come termine di tempo indefinito per indicare cose che in alcuni casi sono successe dopo mesi, o non si sono verificate affatto. E che finora la sua amministrazione ha sempre evitato di mettere pressione sulla Russia, motivo per cui la minaccia di "conseguenze" potrebbe non essere così efficace contro Mosca.
Interrogato sul perché Putin non voglia incontrare Zelensky, Trump è sembrato prendere le sue difese: "Perché non gli piace. Anch'io ho persone che non mi piacciono, che non mi piace incontrare". Poi ha proseguito: "Non si piacciono a vicenda in realtà", e la guerra in Ucraina "si è rivelata uno scontro tra caratteri".
Dopo l'ultimo vertice a Washington con Zelensky e i leader europei Trump aveva presentato la guerra come una questione quasi conclusa. Oggi invece un qualunque compromesso sembra molto più distante. Si tratta sempre del conflitto che Trump, in campagna elettorale, aveva promesso di risolvere in ventiquattro o quarantotto ore. Ultimamente il presidente Usa ha iniziato ad ammettere, e ieri ha ribadito: "Pensavo sarebbe stata la guerra più semplice da risolvere, invece si è rivelata la più difficile". Non è chiaro sulla base di cosa pensasse che sarebbe stata la più semplice.
Più avanti nella conferenza stampa, Trump ha detto anche che lo chiamano "il presidente d'Europa" (non ha specificato chi lo chiama così), per il modo in cui ha spinto gli altri Paesi Nato ad aumentare la propria spesa militare e il modo in cui sta gestendo la guerra in Ucraina: "Scherzando, mi chiamano il presidente dell'Europa, il che è un onore".