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Taiwan è convinta che la Cina si stia preparando a iniziare una guerra

Il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu: “Sembra che la Cina stia cercando di prepararsi a lanciare una guerra”.
A cura di Davide Falcioni
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"Sembra che la Cina stia cercando di prepararsi a lanciare una guerra". A dirlo è stato il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, commentando le esercitazioni militari condotte da Pechino. Il governo taiwanese considera la minaccia militare cinese come "qualcosa che non può essere accettato". Secondo Wu, "i leader cinesi ci penseranno due volte prima di decidere di usare la forza contro Taiwan. E non importa se nel 2025 o nel 2027 o anche oltre, Taiwan deve semplicemente prepararsi".

La Cina ha iniziato a condurre esercitazioni militari sabato scorso, all'indomani di una lunga visita, di 10 giorni, del presidente taiwanese Tsai Ing-wen, negli Stati Uniti, dove ha incontrato il presidente della Camera Kevin McCarthy e altri legislatori: una scelta che Pechino ha interpretato come l'ennesima provocazione, tant'è vero che le esercitazioni sono state ufficialmente presentate come un "serio monito contro la collusione delle forze separatiste di Taiwan con potenze straniere e una mossa necessaria per difendere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale" cinesi.

Dura la replica fornita alla CNN di Joseph Wu: "La Cina non può decidere quali devono essere le relazioni di Taiwan, né stabilire il modo in cui i nostri amici vogliono mostrarci il loro sostegno". Pechino aveva lanciato esercitazioni militari su larga scala intorno a Taiwan anche lo scorso agosto, dopo che l'allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi aveva visitato l'isola. Quelle esercitazioni comprendevano il lancio di missili cinesi sull'isola, scelta che attualmente non è stata presa.

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Taiwan è da decenni al centro di uno scontro tra Cina e Stati Uniti. Pechino considera l’isola suo territorio nazionale dal 1945 e intende annetterla, ma gli Usa si oppongono con il presidente americano Joe Biden che alcuni mesi fa ha ribadito chiaramente in un colloquio telefonico con quello cinese Xi Jinping che il Paese occidentale si oppone “fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto".

Perché la Cina vuole annettere la piccola isola di Taiwan

Ma perché la piccola isola da 23 milioni di abitanti al largo delle coste cinesi è così importante? Le ragioni sono molte e includono strategie militari, politiche ed economiche. L'annessione di Taiwan consentirebbe alla Cina di aumentare la sua influenza militare sull’oceano Pacifico ottenendo il totale controllo dell’area. Inoltre Taiwan può essere ritenuta una vera e propria miniera d’oro: il suo Pil è superiore a quello di Paesi come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita ed è collocabile tra le prime 20 economie del pianeta. Qui transita il 40% del commercio mondiale, un quarto delle quali sono americane, per un valore totale annuale di quasi 5,3 trilioni di dollari. L'isola detiene inoltre il 92% della capacità produttiva di semiconduttori avanzati, ovvero componenti industriali fondamentali per realizzare auto, smartphone, pc, ma anche strumenti militari e medici.

Per contro gli Stati Uniti, dopo la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, hanno eretto avamposti militari e strategici in Asia per assicurare un’influenza di lungo termine nella regione e garantire uno sviluppo del commercio globale a loro congeniale.

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