“Quasi impossibile vivere una vita normale”: le voci di tre giovani iraniani dopo la guerra con Israele

Leila, Navid, Arash: sono i nomi di tre ragazzi iraniani, tutti di età compresa tra i 25 e i 35 anni, residenti tra Teheran e Isfahan quando, tra il 13 e il 24 giugno, le bombe israeliane e statunitensi hanno attaccato il loro Paese. Li abbiamo contattati in quelle giornate turbolente, mentre intorno alle loro case risuonavano gli allarmi missilistici. Abbiamo ottenuto le prime risposte dopo poche ore, poi è calato un inquietante silenzio.
Solo pochi giorni fa Leila, Navid e Arash hanno potuto rispondere alle domande che gli avevamo posto. Senza pretendere di offrire un ritratto fedele ed esaustivo di un'intera popolazione di 90 milioni di abitanti, a tutti e tre avevamo chiesto quale fosse il loro parere sul programma nucleare iraniano, sui "nemici" di sempre – Iran e Israele – sulla repressione del regime e sul futuro dell'Iran. Da tutti e tre – che non si conoscono tra loro – è emersa la richiesta di pace e cambiamento, ma anche la volontà di difendere il loro Paese da qualsiasi ingerenza esterna. Soprattutto se a suon di bombe.

Sul programma nucleare iraniano, Israele e gli Stati Uniti
LEILA: Fin da bambina, ricordo i costanti messaggi a scuola e in televisione sulla distruzione dell'America e di Israele. Queste idee venivano ripetute più e più volte, quasi come un mantra. Ma a casa, la mia famiglia mi ha insegnato qualcosa di completamente diverso. Mi hanno detto di non credere a questo tipo di propaganda, che non avremmo dovuto desiderare la guerra né essere nemici di nessuno. "Siamo tutti esseri umani", dicevano, "e non dovresti ascoltare ciò che il governo cerca di inculcarti". La maggior parte degli iraniani, come me e la mia famiglia, desidera la pace e buoni rapporti tra Iran, Israele e Stati Uniti. Solo una piccola minoranza – coloro che sostengono la Repubblica Islamica – spinge per la guerra, la divisione e l'odio.
A mio parere, spendere soldi per armi nucleari o alimentare l'ostilità regionale è completamente inutile. Eppure il regime iraniano continua su questa strada, senza mostrare alcun interesse per la pace o per il benessere del suo popolo. È una dittatura che ha causato enormi sofferenze.
NAVID: Sostengo il programma nucleare iraniano perché anche altri Paesi usano l'energia nucleare per scopi pacifici e nessuno li mette in discussione. Israele e gli Stati Uniti hanno apertamente violato la sovranità dell'Iran e credo che il mondo debba chiederne conto. Altrimenti, Israele si sentirà in diritto di scatenare contro l'Iran la stessa brutalità che ha mostrato a Gaza e in Libano.
ARASH: Stando a quanto riportato dall'AIEA, non hanno mai trovato alcun tipo di prova della costruzione di armi nucleari in Iran. Il programma nucleare iraniano è destinato a energia, medicina e ricerca e non c'è alcun tentativo da parte dell'Iran di realizzare l'arma nucleare. L'Iran e tutti gli Stati hanno il diritto di condurre un programma nucleare pacifico. D'altra parte, Israele e gli Stati Uniti possiedono la maggior quantità di bombe nucleari al mondo, ma le organizzazioni nazionali non fanno nulla in questo caso
Penso che Israele sia un lupo travestito da pecora. È chiaro al mondo ciò che ha fatto alla Palestina e a Gaza. Ma ha ottenuto denaro e potere dagli Stati Uniti. Purtroppo, però, Israele è controllato da un potente gruppo religioso e superstizioso che si fa chiamare sionismo. Stanno cercando di recuperare ciò che i loro antenati hanno perso in passato. Se vogliamo seguire la loro logica, come iraniani dovremmo rivendicare i territori del Bahrein, dell'Armenia, della Georgia e molto altro… Perché 200 anni fa tutti questi Paesi appartenevano all'Iran.
Sulla reazione della popolazione agli attacchi di Israele e USA e la repressione del regime
LEILA: Ancora una volta, la popolazione iraniana è stata costretta a sopportare un'altra crisi che non ci ha portato altro che paura e sofferenza. Alcune persone sono state uccise e molte altre sono rimaste in uno stato di confusione, paura e impotenza. Per quasi una settimana, non abbiamo avuto internet. Non è la prima volta che il governo interrompe la nostra connessione con il mondo esterno: è una tattica che usa regolarmente per sopprimere le informazioni, mettere a tacere il dissenso e impedire che la verità si diffonda.
Ora la vita sembra tornare alla "normalità", ma è una falsa sensazione di normalità. Nessuno sa veramente cosa succederà. Il regime, nel frattempo, sembra vivere nell'illusione di aver in qualche modo ottenuto una vittoria. Ma cosa abbiamo vinto? Cosa è cambiato in meglio? Il nostro cosiddetto leader è scomparso dalla vita pubblica, nascondendosi mentre la popolazione del Paese affrontava bombardamenti e paura. Non c'è stata alcuna leadership, nessun conforto, nessuna responsabilità. Solo silenzio da parte di chi detiene il potere e stanchezza per il resto di noi. Siamo tutti stanchi. Stanchi della paura, delle bugie, di essere usati. Vogliamo pace, dignità e una vita in cui le nostre voci contino.
NAVID: La popolazione si è unita intorno all'Iran. Abbiamo molti gruppi diversi nel Paese, ognuno con le proprie convinzioni politiche, e molte questioni interne hanno causato profonde divisioni tra la gente. Ma di fronte a una minaccia esterna, gli iraniani tendono a mettere da parte i loro conflitti per opporsi a quella forza ostile, e questo è incredibilmente importante. Nel corso della storia, abbiamo sempre avuto problemi con i nostri governi, ma questo non ha assolutamente nulla a che fare con potenze straniere come Israele e gli Stati Uniti. Questi Paesi non hanno alcuna legittimità per commentare o interferire nei nostri affari interni.
Dal punto di vista sociale sì, abbiamo a che fare con la repressione, non si può negarlo. Ma a mio avviso, nessun Paese esterno ha il diritto di violare la nostra sovranità con il pretesto di aiutarci. Credo che gli Stati Uniti e Israele stiano principalmente perseguendo i propri interessi, non cercando di "salvare" il popolo iraniano.
ARASH: I politici sfruttano sempre queste situazioni per mantenere il potere: dietro le quinte, concordano i loro discorsi per controllare la mente delle persone. Penso che in fondo tutto questo sia un "gioco" controllato da Stati Uniti, Cina e Russia. Per il resto va tutto bene, conduciamo una vita normale.
Sul futuro dell'Iran dopo la "guerra dei 12 giorni"
LEILA: A dire il vero, non ho più molte speranze, né per il mio Paese né per il mio futuro. Come iraniana, mi sembra quasi impossibile vivere una vita normale e pacifica. Ho cercato di rimanere ottimista, di perseguire la felicità, di inseguire i miei sogni, ma come posso, quando tutto intorno a me è costruito per annientare quei sogni? La verità è che, a meno che non ci sia un vero cambiamento, a partire dalla caduta di questo regime, non credo che le cose miglioreranno. Questa è l'unica speranza a cui la maggior parte degli iraniani si aggrappa ancora: che un giorno questo sistema finisca e inizi un futuro migliore. Non si tratta solo di politica. Si tratta di sopravvivenza, dignità e del diritto fondamentale a vivere una vita libera.
NAVID: Non ho grandi speranze in un futuro roseo, principalmente a causa delle sanzioni e della situazione economica. Ma la cosa strana, persino per me, è che, nonostante tutto, amo ancora profondamente l'Iran. Vedo un enorme potenziale in questo Paese. Se i nostri rapporti con il mondo migliorassero, il mondo si renderebbe conto che l'Iran potrebbe diventare un polo turistico globale, con il suo popolo caloroso e la sua magnifica storia. Spero davvero, con tutto il cuore, che un giorno tutti capiscano che l'Iran non è ciò che viene mostrato dai media. Il popolo iraniano è gentile, altruista, coraggioso e incredibilmente moderno.
ARASH: Penso che ci attendano giorni difficili. A causa delle sanzioni statunitensi e della guerra temo che in futuro la nostra economia subirà una maggiore inflazione. Spero che presto i politici dimentichino i loro stupidi pensieri sulla guerra. Spero che invece di costruire missili pensino a costruire infrastrutture per la nostra economia come ospedali, scuole, acquedotti.
E riguardo alla popolazione: la mentalità del popolo iraniano è completamente diversa da quella di una repubblica islamica. Tuttavia, non permettiamo a nessun Paese di attaccare la nostra patria per rovesciare il regime, buono o cattivo che sia.