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Guerra in Ucraina

Ora Trump e Vance attaccano anche Putin sull’Ucraina, il presidente Usa: “Non sono contento della Russia”

JD Vance, vicepresidente degli Usa, ha detto che la Russia “sta chiedendo troppo” per arrivare alla pace in Ucraina. Trump, pressato dai giornalisti, gli è andato dietro: “Non sono contento”. Da parte sua Mosca ha detto di non essersi mai opposta a un cessate il fuoco. Sono in corso i preparativi per la cerimonia del 9 maggio a Mosca, già arrivato nella capitale Xi Jinping.
A cura di Luca Pons
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"Non sono contento, qualcosa deve essere fatto". Poche parole, quelle di Donald Trump, che però segnalano l'irritazione nei confronti della Russia nella trattativa per arrivare alla pace, o almeno a un cessate il fuoco duraturo, con l'Ucraina. A chiedere un parere al presidente degli Stati Uniti sono stati i giornalisti presenti nella Casa Bianca, dopo che in giornata il vicepresidente JD Vance aveva dato il la con una frase anche più netta: "I russi stanno chiedendo troppo".

Non è la prima volta che Trump dice di non essere "contento" di Mosca, ma l'ultima volta, a fine aprile, il riferimento era a un raid che aveva causato almeno dodici morti, tutti civili. Insomma, l'opinione pubblica imponeva almeno una minima presa di posizione da parte di un'amministrazione statunitense che fino a quel momento era stata più che morbida con la Russia, e decisamente ostile nei confronti dell'Ucraina. Questa volta però l'intervento di Vance e quello, a ruota, di Trump sono arrivati non per un evento specifico, ma come riflessione generale sulla situazione dei negoziati.

Le parole di Vance sui negoziati Ucraina-Russia e la conferma di Trump

È noto che nelle ultime settimane gli Stati Uniti abbiano iniziato a stancarsi, per così dire, della trattativa. Trump aveva detto in campagna elettorale che avrebbe chiuso il conflitto in 24 o 48 ore, ma ora sono quasi quattro mesi che è invischiato in un confronto che non sembra aver fatto sostanziali passi avanti dopo lo ‘scossone' iniziale. Oggi Vance, parlando al meeting dei leader di Monaco a Washington, secondo quanto riportato da Politico ha detto che la Russia "sta chiedendo troppo" e che gli Usa si stanno concentrando su una soluzione a lungo termine perché Mosca ha respinto un cessate il fuoco di trenta giorni.

Il prossimo "grande passo", per Vance, sarebbe quello di convincere Mosca e Kiev a "sedersi e parlare tra loro". "Pensiamo che sia probabilmente impossibile per noi di garantire una mediazione completa senza almeno qualche negoziato diretto tra le due parti". Insomma, gli Stati Uniti vorrebbero sfilarsi, anche se adesso i due Paesi "non hanno ancora raggiunto quel punto" perché il conflitto armato continua.

Quando i giornalisti hanno chiesto conto a Donald Trump di queste dichiarazioni, il presidente è sembrato preso in contropiede: "Quando le ha dette queste cose?", ha chiesto. Poi ha seguito la linea, dicendo di non essere "contento" di come le cose vanno con la Russia. Oggi l'inviato speciale degli Usa per l'Ucraina Keith Kellogg ha detto anche che Putin potrebbe ostacolare l'accordo per un cessate il fuoco a lungo termine, e la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha ribattuto che il governo russo non si è mai opposto a un cessate il fuoco in Ucraina: "L'unico ostacolo al cessate il fuoco è Kyev, che viola gli accordi".

Cerimonia del 9 maggio, a Mosca arriva Xi Jinping

Intanto l'attenzione si concentra nella capitale russa, dove il nove maggio si svolgerà la parata per l'ottantesimo anniversario della vittoria sul nazifascismo. Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni, anche perché il presidente ucraino Zelensky ha detto che non potrà "garantire" la sicurezza dei leader presenti.

Parteciperanno diversi capi di Stato, tra cui il presidente cinese Xi Jinping, arrivato oggi e che domani incontrerà Putin (dopo aver ribadito, oggi, che l'alleanza Cina-Russia non sarà messa in discussione da eventuali tentativi degli Usa di avvicinarsi a Mosca). Ci sarà anche il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che oggi ha firmato un accordo di associazione strategica con la Russia.

Ma saranno presenti anche due volti europei. Il presidente serbo Aleksandar Vucic, che è stato lodato dall'ambasciatore russo in Serbia per il suo "grande coraggio" nell'andare a Mosca nonostante le pressioni internazionali (la Serbia è candidata all'ingresso nell'Ue, che naturalmente diventa più complesso con un governo filo-putiniano). E anche, secondo le anticipazioni, il premier della Slovacchia Robert Fico. Sarà l'unico esponente di un Paese membro dell'Unione europea a partecipare alla cerimonia.

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