Non solo Gaza, migliaia di israeliani marciano a Gerusalemme Est occupata al grido: “Morte agli arabi”

Migliaia di israeliani hanno partecipato ieri alla "Marcia delle Bandiere", un evento annuale organizzato e finanziato dallo Stato e dal Comune di Gerusalemme per celebrare l'occupazione israeliana (illegale, ai sensi del diritto internazionale) della parte orientale della città nel 1967. Ma dietro la patina ufficiale di "processione festiva" si è nuovamente consumato uno spettacolo di violenza, slogan razzisti e tensioni etniche, con gravi implicazioni politiche e sociali.
La manifestazione, che ha attraversato il cuore del quartiere musulmano della Città Vecchia, è da anni segnata da innumerevoli episodi di razzismo e aggressioni nei confronti della popolazione palestinese. Quest’anno, fin dalle prime ore della giornata, piccoli gruppi di giovani israeliani – molti dei quali con abiti tipici del sionismo religioso – hanno preso di mira negozianti, donne velate e passanti arabi. Sono stati segnalate violenze, sputi, furti in bar e caffè, la devastazione di una libreria e persino l’irruzione forzata in un’abitazione privata.
"Gaza è nostra", "Morte agli arabi", "Che i loro villaggi brucino" e "Maometto è morto".
Nel corso della marcia, gruppi sempre più numerosi hanno scandito slogan apertamente razzisti come "Gaza è nostra", "Morte agli arabi", "Che i loro villaggi brucino" e "Maometto è morto". Alla Porta di Damasco, un grande striscione proclamava "Gerusalemme 1967 – Gaza 2025", lasciando intendere un desiderio di futura annessione militare della Striscia. Un altro recitava "Senza una Nakba non c’è vittoria", richiamando la catastrofe palestinese del 1948, quando circa 700mila arabi furono forzatamente espulsi dalla neonata Israele.
Nonostante le tensioni ampiamente previste, la presenza della polizia nella Città Vecchia è stata limitata e, in molti casi, le forze dell’ordine non sono intervenute per fermare le aggressioni contro i palestinesi. Gli unici ad aver tentato di proteggere i civili sono stati attivisti di Standing Together, che si sono posti come scudi umani, riconoscibili solo dai loro gilet viola.

Ben-Gvir: "I palestinesi meritano solo una pallottola in testa"
A rendere ancora più critica la giornata di ieri è stata la presenza di alti esponenti del governo Netanyahu, come il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle finanze Bezalel Smotrich, entrambi di estrema destra. Il primo, rivolgendosi al premier, ha chiesto che non vengano inviati cibo e medicinali a Gaza. "Dico al Primo Ministro: ‘Caro Primo Ministro, non dobbiamo dare loro aiuti umanitari. Non dobbiamo dare loro carburante…'. I nostri nemici meritano solo una pallottola in testa!".

Smotrich: "Espanderemo i confini di Israele"
Smotrich ha aggiunto: "Stiamo conquistando la Terra di Israele, liberando Gaza, colonizzando Gaza e sconfiggendo il nemico. Con l'aiuto di Dio, espanderemo i confini di Israele, realizzeremo la redenzione completa e ricostruiremo il Tempio qui", ha affermato, riferendosi alla moschea di al-Aqsa. Poco dopo, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione straordinaria del suo governo a Silwan, quartiere palestinese di Gerusalemme Est.
Gerusalemme Est è occupata illegalmente
Secondo le Nazioni Unite e la maggior parte della comunità internazionale, Gerusalemme Est è un territorio occupato, in quanto è stata conquistata militarmente e annessa unilateralmente, senza un accordo con i palestinesi o con il consenso internazionale.
L’occupazione militare è regolata dalla Quarta Convenzione di Ginevra, che proibisce, tra le altre cose, il trasferimento della popolazione del paese occupante nei territori occupati. Tuttavia, Israele ha costruito numerosi insediamenti e quartieri per ebrei israeliani in Gerusalemme Est, il che è considerato illegale dalla comunità internazionale.