Netanyahu attacca i leader occidentali: “Siete dalla parte di Hamas e dalla parte sbagliata della storia”

Benjamin Netanyahu torna a parlare con la solennità delle grandi occasioni, davanti a una telecamera e con un tono che mescola denuncia, propaganda e sfida. L'occasione in questione è il recente attentato avvenuto a Washington, dove due giovani, Yaron Lischinsky e Sara Milgrim, entrambi membri dell'ambasciata di Israele, sono stati uccisi da un uomo che, al momento dell'arresto, ha gridato Free Palestine. Un episodio che, per il premier israeliano, rappresenta in toto il simbolo di un odio radicato e antico, che collega direttamente l'attuale clima politico al massacro del 7 ottobre. Così, attraverso un video ufficiale diffuso sui social e sul sito del governo, Netanyahu si scaglia ora contro la comunità internazionale, con un attacco particolare rivolto ai leader di Francia, Regno Unito e Canada, accusati di voler “premiare i terroristi” istituendo uno Stato palestinese.
Netanyahu si rivolge dunque al mondo, e soprattutto ai suoi alleati e al suo elettorato, usando un linguaggio netto e privo di sfumature, in cui il nemico è totale e la verità univoca. E mentre denuncia l"ipocrisia' dell'Occidente, la realtà sul terreno a Gaza è drammatica e la popolazione palestinese continua a soffrire e a morire di fame.
Netanyahu: "Free Palestine oggi è come dire Heil Hitler"
Netanyahu apre il discorso ricordando i nomi delle vittime dell'attentato di Washington, la loro storia d'amore, l'anello di fidanzamento appena acquistato: "Non sono stati uccisi per caso. Sono stati colpiti perché ebrei", afferma. E subito traccia un parallelo diretto: "Lo stesso grido, Free Palestine, lo abbiamo sentito il 7 ottobre, quando i terroristi di Hamas hanno compiuto il peggior massacro dalla Shoah".
Il cuore ideologico del discorso è poi l'equivalenza tra Hamas e nazismo: Netanyahu cita il cancelliere tedesco Olaf Scholz: "Mi ha detto che Hamas è come i nazisti. Aveva ragione". Poi aggiunge: "Free Palestine oggi è come dire ‘Heil Hitler’. Non vogliono uno Stato palestinese. Vogliono annientare lo Stato ebraico".
L'attacco all'Europa: "Premiate i carnefici"
La parte più dura è rivolta ai governi europei: "Per 18 anni abbiamo avuto uno stato palestinese di fatto. Si chiama Gaza. E cosa abbiamo ottenuto? La pace? No. Abbiamo subito il più feroce massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto. Non vi sorprenderà sapere che Hamas ha ringraziato il presidente Macron e i primi ministri Starmer e Carney per aver chiesto a Israele di porre immediatamente fine alla sua guerra a Gaza. Hamas ha fatto bene a ringraziarli". Netanyahu poi continua: "Perché, presentando la loro richiesta, accompagnata dalla minaccia di sanzioni contro Israele, contro Israele, non contro Hamas, questi tre leader hanno di fatto affermato di volere che Hamas rimanga al potere. Vogliono che Israele si faccia da parte e accetti che l'esercito di assassini di massa di Hamas sopravviva, si ricostruisca e ripeta il massacro del 7 ottobre ancora e ancora, perché questo è ciò che Hamas ha promesso di fare. Dico al Presidente Macron, al Primo Ministro Carney e al Primo Ministro Starmer: quando assassini di massa, stupratori, assassini di neonati e rapitori vi ringraziano, siete dalla parte sbagliata della giustizia. Siete dalla parte sbagliata dell'umanità e siete dalla parte sbagliata della storia.
Per il premier israeliano, ogni ipotesi di Stato palestinese equivale a una nuova Gaza, destinata inevitabilmente a cadere in mano agli estremisti: "Non sarà mai uno Stato pacifico. L'Iran manderà i suoi, e i radicali prenderanno il controllo", dice.
La carestia, l'ONU e le colpe di Hamas
Netanyahu si scaglia anche contro le Nazioni Unite e i media internazionali: "Un funzionario dell'ONU ha detto che 14mila bambini moriranno in 48 ore. È una bugia di Hamas. Ma la stampa la ripete e la folla ci crede". E rivendica: "Abbiamo mandato 92mila camion di aiuti a Gaza. Hamas li ha rubati, rivenduti ai civili e usati per finanziare nuovi terroristi". Il governo israeliano, spiega, avrebbe ora trovato una soluzione: distribuire direttamente il cibo attraverso compagnie americane, in zone sicure protette dall'esercito. Un sistema che permetterebbe, secondo Netanyahu, di combattere Hamas senza affamare la popolazione.
Ma a Gaza l'emergenza è reale
Eppure, nonostante le rassicurazioni del premier, la crisi umanitaria a Gaza è gravissima. Le agenzie internazionali continuano a denunciare fame diffusa, ospedali al collasso e centinaia di migliaia di persone sfollate, ammassate in condizioni precarie. I dati parlano di un numero crescente di bambini malnutriti e di un accesso agli aiuti ancora estremamente limitato. La carestia, evocata con toni sprezzanti da Netanyahu, è invece un rischio concreto, segnalato da fonti indipendenti come il World Food Programme, Emergency, Medici Senza Frontiere: come viene da tempo denunciato, il diritto internazionale impone la protezione dei civili anche in guerra, e l'incolumità della popolazione non può essere affidata solo a dispositivi logistici o a meccanismi bilaterali, per quanto ben congegnati.
La questione degli ostaggi e il richiamo alla civiltà
Nel finale, Netanyahu parla degli ostaggi ancora detenuti a Gaza: "Siamo pronti a tregue temporanee per liberarli, ma esigiamo il rilascio totale. E ogni paese civile dovrebbe fare lo stesso". Poi una distinzione netta tra Hamas e Israele: "Noi non colpiamo civili. Hamas sì, e usa i propri come scudi umani. È un doppio crimine di guerra. Ma chi ci critica non dice nulla su questo".
Trump e il mondo che resta "dalla parte giusta"
Il premier chiude il discorso con una nota identitaria e un ringraziamento esplicito al presidente degli Stati Uniti: "Voglio ringraziare Donald Trump e il popolo americano. Insieme vedremo la vittoria della civiltà sulla barbarie". Un messaggio che definisce le coordinate morali del suo racconto: Israele come baluardo dell'Occidente, la guerra come battaglia esistenziale e ogni critica come tradimento.