video suggerito
video suggerito
Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Nell’attacco al “caffè dei giornalisti” di Gaza Israele ha impiegato una bomba da 230 kg ad alto potenziale

Il bombardamento del caffè al-Baqa – punto di riferimento a Gaza per molti giornalisti palestinesi – ha causato tra le 24 e le 36 vittime, inclusi bambini. Sul locale, ben visibile dall’alto e inequivocabilmente frequentato dai civili, è stata sganciata una bomba da 230 chili ad alto potenziale.
A cura di Davide Falcioni
237 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Nell'attacco aereo israeliano che lunedì ha distrutto il caffè al-Baqa, il noto locale affacciato sul lungomare di Gaza City frequentato dai giornalisti palestinesi, le IDF hanno impiegato una bomba MK-82 da 500 libbre (circa 230 kg), un ordigno ad alto potenziale che – come conferma il Guardian – genera un’onda d’urto devastante e diffonde schegge su un ampio raggio.  Il bilancio del raid è pesantissimo: tra le 24 e le 36 le vittime accertate, secondo fonti mediche locali, e decine i feriti. Tra i morti ci sono un regista, un’artista, una casalinga di 35 anni e un bambino di 4. Numerosi anche i giovani e i minorenni coinvolti, tra cui un ragazzo di 14 anni e una ragazza di 12.

Video thumbnail

L’uso della MK-82  un ordigno statunitense ampiamente impiegato nei conflitti degli ultimi decenni – è stato confermato da esperti di armamenti che hanno analizzato frammenti recuperati tra le macerie del caffè. Le immagini mostrano chiaramente la sezione di coda di un sistema JDAM e una batteria termica compatibile con questo tipo di bomba. Il cratere lasciato dall’esplosione, ampio e profondo, conferma la potenza distruttiva dell’ordigno. Due esperti di esplosivi consultati dal Guardian hanno dichiarato che si tratta "senza dubbio" di una bomba di grande potenza, il cui impiego in un’area civile densamente popolata solleva serie questioni di legalità secondo il diritto internazionale.

Da par loro, le autorità israeliane hanno dichiarato che il raid è attualmente sotto revisione. Un portavoce dell’IDF ha affermato che "sono stati adottati accorgimenti per limitare i danni collaterali, tra cui la sorveglianza aerea preventiva". Tuttavia, la struttura colpita – un caffè su due piani, con ampie vetrate affacciate sul mare – era chiaramente visibile dall’alto e, secondo gli esperti, appariva affollata al momento dell’attacco.

Immagine

"L’uso di una bomba di tali dimensioni in un contesto chiaramente civile è allarmante e potrebbe configurare un attacco sproporzionato e indiscriminato, in violazione del diritto internazionale", ha commentato Gerry Simpson, responsabile di Human Rights Watch. "Se l’intelligence israeliana era a conoscenza della presenza di numerosi civili, come lascia intendere l’impiego della sorveglianza aerea, questo attacco potrebbe costituire un crimine di guerra". Ma non sarebbe certo il primo e non sarà neanche l'ultimo.

Il caffè al-Baqa era un luogo simbolo per giovani e famiglie, aperto da quasi 40 anni. Malgrado la crisi umanitaria che colpisce oltre 2,3 milioni di abitanti nella Striscia di Gaza, era uno dei pochi punti di ritrovo ancora attivi ed era quotidianamente frequentato anche da molti giornalisti. La zona portuale in cui si trovava non risultava sotto ordine di evacuazione da parte dell’IDF, dettaglio che rende l’attacco ancora più controverso.

237 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views