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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Metà degli israeliani approva lo sterminio dei palestinesi a Gaza, l’82% la loro deportazione: il sondaggio

Un sondaggio condotto dalla Pennsylvania State University rivela che l’82% degli ebrei israeliani è favorevole alla deportazione dei palestinesi di Gaza. Il 47% degli intervistati approva anche il loro sterminio.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo sondaggio condotto dalla Pennsylvania State University e rilanciato dal quotidiano israeliano Haaretz rivela un dato allarmante: l’82% degli ebrei israeliani è favorevole alla deportazione dei palestinesi di Gaza. L’indagine, realizzata nel marzo scorso intervistando un campione di 1.005 persone, mette in luce una crescente radicalizzazione dell’opinione pubblica israeliana nei confronti della popolazione palestinese, in un clima politico e sociale già fortemente teso a causa del massacro in corso nella Striscia.

Ma i dati non si fermano qui. Il 47% degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda se l’esercito israeliano, nel conquistare una città nemica, debba agire come gli Israeliti nella conquista biblica di Gerico, "uccidendo tutti i suoi abitanti". Il riferimento è a un episodio dell'Antico Testamento narrato nel Libro di Giosuè, capitoli 2–6. Secondo il racconto biblico, quella di Gerico fu la prima grande vittoria degli Israeliti nella loro campagna per conquistare la Terra Promessa, dopo l'esodo dall'Egitto e i 40 anni nel deserto.

Un consenso trasversale e presente anche tra i laici

Il sondaggio ha inoltre mostrato che il sostegno all’espulsione dei palestinesi da Gaza non è limitato ai settori più religiosi della società israeliana. Circa il 70% degli ebrei laici – spesso considerati moderati o liberali – si dichiara favorevole alla deportazione. Tra i gruppi religiosi, il sostegno supera il 90% tra Masortim (tradizionalisti), religiosi e ultraortodossi.

L’orientamento radicale si estende anche ai cittadini palestinesi di Israele: il 56% degli ebrei israeliani intervistati sostiene l’espulsione anche di questi. Tra i laici, il 38% si dice d’accordo con la rimozione dei palestinesi israeliani dal Paese.

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Religione e guerra: la retorica dell’"Amalek"

Sempre secondo lo studio della Pennsylvania State University, il 65% degli ebrei israeliani ritiene che esista un nemico moderno equivalente all’Amalek biblico (archetipo del nemico assoluto di Israele), la popolazione che la tradizione ebraica comanda di "sterminare senza lasciare memoria". Di questi, il 93% crede che tale comandamento sia ancora valido oggi. Questo tipo di linguaggio, sempre più presente anche nei discorsi dei leader israeliani, è stato usato dallo stesso premier Benjamin Netanyahu, che ha incitato i soldati ad "agire contro Amalek" dopo gli attacchi del 7 ottobre.

Gli accademici: "Una radicalizzazione coltivata da decenni"

Secondo gli studiosi Shay Hazkani (Università del Maryland) e Tamir Sorek (Penn State University), citati da Middle East Eye, il sostegno massiccio a misure estreme non può essere attribuito solo al trauma del 7 ottobre. "Il massacro ha semplicemente scatenato demoni coltivati per decenni – scrivono – attraverso i media, il sistema giudiziario e l’istruzione". I dati del sondaggio evidenziano anche la forte influenza dell’ambiente militare e culturale: solo il 9% degli uomini ebrei sotto i 40 anni – fascia che comprende la maggior parte dei soldati – si oppone in modo netto alle idee di deportazione dei gazawi.

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