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Marò, l’India esclude la pena di morte. Ban Ki Moon: “Situazione spiacevole”

Il segretario generale dell’Onu ha fatto sapere di aver parlato con Napolitano di Latorre e Girone e ha invitato a risolvere la questione “con il dialogo”. Intanto il governo indiano ha detto che intende onorare l’impegno preso con l’Italia escludendo dunque la pena capitale.
A cura di Susanna Picone
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Il segretario generale dell’Onu ha fatto sapere di aver parlato con Napolitano di Latorre e Girone e ha invitato a risolvere la questione “con il dialogo”. Intanto il governo indiano ha detto che intende onorare l’impegno preso con l’Italia escludendo dunque la pena capitale.

“Spero che il caso venga risolto armoniosamente, giudiziosamente, con il dialogo”, queste le parole del segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon che, in Italia per incontrare Papa Francesco, ha fatto sapere di aver avuto occasione di parlare anche con il presidente Giorgio Napolitano della situazione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Una situazione, secondo quanto sottolineato da Ban Ki Moon, piuttosto “spiacevole” e che coinvolge due importanti paesi membri dell’Onu. Ban Ki Moon, nel corso di un punto stampa al termine del suo incontro con il Papa, ha spiegato di aver discusso del caso dei marò in India anche con il vice ministro degli Esteri Staffan De Mistura e ha detto che ne avrebbe parlato con Monti, premier in carica e ministro degli Esteri ad interim.

No alla pena di morte per Latorre e Girone – Intanto, dall’India, arrivano delle conferme a proposito dei due marò che sembrano nuovamente escludere la possibilità della pena capitale. Il governo ha infatti deciso di procedere nei confronti di Latorre e Girone invocando la sezione 34C del suo Extradition Act del 1962 che permette, appunto, di escludere la pena di morte che non è prevista in Italia. Ciò è quanto è stato dichiarato dal ministro dell’Interno Sushil Kumar Shinde che, in un’intervista all’Economic Times, ha ribadito che il governo “ha preso un impegno internazionale con l’Italia secondo cui per i marò non sarà richiesta la pena di morte”. Un impegno che, a suo dire, sarà dunque onorato. Ricordiamo che il caso dei due fucilieri italiani, accusati in India di aver ucciso due pescatori, è attualmente nelle mani della Nia, che ha riaperto alla possibilità di tale pena per Latorre e Girone.

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