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Marò, ennesimo rinvio: udienza sul ricorso posticipata al 7 luglio

La Corte suprema di Nuova Delhi prende ancora tempo: deciderà a luglio, dopo le vacanze estive. Dovrà essere esaminato il ricorso presentato da Girone e Latorre contro l’utilizzazione della polizia investigativa Nia nel processo.
A cura di Biagio Chiariello
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La Corte suprema indiana ha deciso di spostare al 7 luglio l'avvio della discussione del ricorso dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone contro la polizia investigativa Nia. E' quanto emerge dal sito web della stessa Corte. E’ l’ennesimo rinvio per il processo ai due marò, arrestati in India a febbraio del 2012 per aver ucciso due pescatori dopo averli scambiati per pirati. L'udienza avrebbe dovuto tenersi il 28 aprile, ma quel giorno i giudici dell'aula n.3 del massimo tribunale indiano decisero di esaminare solo un caso, particolarmente articolato e implicante possibili condanne a morte, rinviando a dopo le ferie estive (dal 17 maggio al 30 giugno) tutti gli altri 25 previsti, compreso quello dei marò. L'udienza dovrebbe svolgersi una settimana prima della scadenza, il 15 luglio, dei tre mesi concessi a Massimiliano Latorre per proseguire in Italia le cure dopo l'ictus che lo ha colpito nell'agosto 2015. Il suo collega Salvatore Girone è bloccato da oltre tre anni all’ambasciata italiana a Nuova Delhi.

Una notizia che è stata accolta tra le polemiche in Italia. Forza Italia lancia addirittura la proposta di boicottare la presenza indiana all’Expo di Milano. “L'ennesimo rinvio da parte della Corte suprema indiana sui marò è incommentabile, così come lo è l'assoluta incapacità di farsi rispettare da parte del Governo italiano, che aveva definito al suo insediamento come prioritaria la risoluzione di questa vicenda – ha scritto in una nota Dario Rossin, vice capogruppo Forza Italia in Campidoglio – Servono azioni forti contro l'irriguardoso atteggiamento delle autorità indiane, è finito il tempo della diplomazia, che ha miseramente fallito. Per questo chiedo che venga chiuso lo spazio di promozione dell'India presso il cluster Basmati di Expo, boicottando così un paese che sta calpestando ogni carta del diritto”. Decisa presa di posizione da parte del leader di Sel Nichi Vendola: “Non c'è dubbio che c'è qualcosa che assomiglia a una farsa. Purtroppo le farse fanno ridere ma qui stiamo parlando della vita di due persone e di famiglie che piangono. Io spero davvero che il governo italiano e l'Europa siano in grado di far cambiare rotta a chi sta gestendo questa questione più con l'intenzione di guardare i problemi di politica interna a un grande paese come l'India, che di risolvere un fatto che sta diventando una ferita alla qualità dei rapporti fra Paesi democratici”.

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