L’Ucraina smantella rete di spionaggio ungherese: “Valutavano possibile futura incursione militare”

Una brutta spy story tra Budapest e Kiev. Le autorità ucraine hanno infatti dichiarato di aver smantellato una presunta rete di spionaggio ungherese operante nel territorio nazionale. Secondo il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SBU), l’obiettivo della cellula sarebbe stato raccogliere informazioni sensibili sulla difesa militare dell’ovest del Paese, in un contesto già segnato da tensioni crescenti tra i due Stati confinanti. L'obiettivo dello spionaggio sarebbe stato eclatante: secondo il Guardian, le analisi d'intelligence sarebbero servite a valutare una possibile futura incursione ungherese nella parte occidentale dell'Ucraina.
L’operazione avrebbe portato all’arresto di due veterani militari ucraini, accusati di alto tradimento, reato che prevede la pena dell'ergastolo. Uno di loro, un uomo di 40 anni originario di Berehove – città a maggioranza ungherese nella regione transcarpatica – sarebbe stato reclutato come "agente dormiente" nel 2021 e "attivato" nel 2024 da un ufficiale dell’intelligence militare ungherese. L’uomo, secondo quanto riferito dall’SBU, avrebbe ricevuto denaro in contanti in cambio di informazioni e per il reclutamento di altri informatori. Le autorità ucraine hanno diffuso anche un video dell’interrogatorio di uno dei sospetti, con volto oscurato e mani ammanettate. L'SBU ha affermato che, "creando una rete di agenti, l'intelligence straniera sperava di ampliare la gamma di informazioni raccolte, inclusa l'acquisizione di dati dalle zone di prima linea e dalle regioni di prima linea".
Immediata la reazione di Budapest. Il ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha respinto le accuse parlando di "propaganda da trattare con cautela" e ha annunciato l’espulsione di due diplomatici ucraini, definiti "spie sotto copertura" presso l’ambasciata di Kiev in Ungheria.

Il caso rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti già complicati tra i due Paesi. Nonostante l'appartenenza alla NATO e all’Unione Europea, il premier ungherese Viktor Orbán ha spesso assunto posizioni molto distanti rispetto ai partner occidentali: critiche verso Kiev, ambigue nei confronti della Russia, e contrarie alle sanzioni contro Mosca. L’anno scorso Orban ha suscitato forti polemiche visitando il presidente russo Vladimir Putin a Mosca, poco dopo l’inizio della presidenza di turno ungherese del Consiglio dell’UE.
Le tensioni si inseriscono anche nel più ampio contesto delle rivendicazioni culturali e linguistiche nella regione ucraina della Transcarpazia, dove vivono circa 80mila persone di etnia ungherese. Budapest accusa l’Ucraina di non garantire adeguatamente i diritti linguistici della minoranza, mentre Kiev denuncia l’uso politico della diaspora da parte del governo Orbán.
Nonostante la narrazione promossa da alcuni ambienti nazionalisti ungheresi – e ripresa talvolta dai media russi – secondo cui l’Ungheria potrebbe mirare a una "restituzione" territoriale della Transcarpazia, il governo di Budapest non ha mai espresso ufficialmente simili intenzioni. Tuttavia, in diversi villaggi a maggioranza ungherese dell’Ucraina occidentale, si respira un’identità più vicina a Budapest che a Kiev, con orologi sincronizzati sull’ora ungherese e televisori sintonizzati sui canali di Stato magiari.