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Guerra in Ucraina

Le vittime “illustri” dell’esercito russo morte nell’invasione dell’Ucraina

Anche la Russia fa i conti con i primi “grandi nomi” tra le vittime della guerra in Ucraina. Nell’ultima settimana uccisi due generali e diversi ufficiali.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Andrey Aleksandrovich Sukhovetsky e Vitalij Petrovič Gerasimov
Andrey Aleksandrovich Sukhovetsky e Vitalij Petrovič Gerasimov.
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Dopo due settimane di guerra, anche la Russia inizia a fare i conti con le vittime "eccellenti" del conflitto in Ucraina. Non solo soldati di leva, ma anche alti ufficiali: è il caso del generale Andrey Aleksandrovich Sukhovetsky, ma anche di Vitalij Petrovič Gerasimov, comandante della 41esima armata. Entrambi sono stati uccisi nell'ultima settimana, assieme a tanti altri ufficiali dell'esercito russo. E l'elenco rischia di allungarsi con il protrarsi della guerra.

Sukhovetsky, colpito da 1.500 metri di distanza

Andrey Aleksandrovich Sukhovetsky è uno dei "grandi nomi" dell'esercito russo morto durante la campagna d'Ucraina. Sukhovetsky, classe 1974, era originario di Novosibirsk ed era un generale dell'esercito russo ben noto dagli ucraini: aveva guidato il 217º Reggimento aviotrasportato della guardia, partecipa all'occupazione della Crimea nel 2014, nella prima fase del conflitto poi "congelato" fino a quest'anno. Proprio per la conquista della Crimea, strappata all'Ucraina e poi annessa alla Russia, era stato decorato prima di guidare anche l'intervento russo in Crimea, per poi essere al comando della 7ª Divisione d'assalto aviotrasportata delle guardie "Bandiera Rossa", le truppe di montagna. Nel novembre, alla vigilia della nuova guerra mossa all'Ucraina, era stato nominato vicecomandante del 41ª Armata combinata del Distretto militare centrale. Sukhovetsky è stato ucciso da un cecchino il 28 febbraio, durante l'assedio di Mariupol, mentre guidava un'unità speciale (spetsnaz) di truppe aviotrasportate: il colpo è partito da una distanza di 1.500 metri. La conferma della sua morte è arrivata, dopo le iniziali smentite russe, dallo stesso Vladimir Putin in un discorso dello scorso 4 marzo.

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La morte di Gerasimov e il silenzio di Mosca

Altro grande nome dell'esercito russo caduto in Ucraina è quello di Vitalij Petrovič Gerasimov, classe 1977: tataro di Kazan, era comandante in capo della 41ª Armata combinata. Anche lui decorato per le operazioni in Siria e in Crimea, è caduto durante l'assedio di Kharkiv: qui tuttavia non è arrivata la conferma da parte dello Stato Maggiore russo, ma sulla sua morte non sembrano esserci più dubbi. Gerasimov è stato ucciso assieme ad altri ufficiali russi, come spiegato dal Comando Generale dell'Esercito ucraino. Da Mosca, tuttavia, nonostante alcune intercettazioni di ufficiali russi che commentano la morte di Gerasimov, non è arrivata alcuna conferma.

Vitalij Petrovič Gerasimov
Vitalij Petrovič Gerasimov
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