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Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto

L’appello di Patrick Zaki: “Fatemi uscire il prima possibile, voglio tornare all’università”

“Fatemi uscire il prima possibile da qui, voglio tornare all’università a studiare”. È l’appello lanciato da Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all’ateneo di Bologna e detenuto nel paese nordafricano da ormai un mese e mezzo con accuse come incitamento alla protesta e istigazione a crimini terroristici.
A cura di Davide Falcioni
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"Fatemi uscire il prima possibile da qui, voglio tornare all'università a studiare". È l'appello lanciato da Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all'ateneo di Bologna e detenuto nel paese nordafricano da ormai un mese e mezzo, stando a quanto si apprende da fonti vicine al ragazzo.  Il 27enne è stato arrestato e deve rispondere dell'accusa di propaganda sovversiva per aver scritto una tesi che, tra gli altri, tratta il tema dell'omosessualità.Patrick George Zaki, lo studente iscritto a un master all'Università di Bologna, è stato arrestato all'inizio di febbraio e sottoposto a un interrogatorio fiume con torture non appena ha messo piede in Egitto. Nel suo Paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.

Proprio ieri era attesa al Cairo una nuova udienza che avrebbe dovuto decidere sul destino in carcere di Zaki. Fissata inizialmente per il 21 marzo, la nuova udienza sul suo caso era stata precipitosamente anticipata al 16 marzo ma la pandemia del coronavirus che ha raggiunto anche l'Egitto ha obbligato i giudici a rinviare l'udienza perché i detenuti non possono essere trasferiti.

Zaki rischia fino a 25 anni di carcere: sul suo capo pendono accuse come incitamento alla protesta e istigazione a crimini terroristici per dei post su Facebook da un account che secondo la difesa sarebbe un falso. Il suo caso ha suscitato molto scalpore in Italia, dove l'attenzione è sempre stata molto alta. La presidente della Commissione diritti umani del Senato, Stefania Pucciarelli, insieme ad alcuni parlamentari, ha incontrato l'ambasciatore d'Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, che – ha riferito la senatrice M5s Michela Montevecchi –  "ci ha garantito l'impegno a seguire questo caso in maniera costante, così come fatto finora". A Bologna, sulla facciata del Comune, è stato esposto uno striscione con la scritta “Libertà per Patrick Zaki”, accanto a quello di Amnesty International per chiedere “Verità per Giulio Regeni”.

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