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Kenya, adepti di una setta si lasciano morire di fame per andare in paradiso: trovati 51 cadaveri

I corpi di almeno 51 persone sono stati riesumati in fosse comuni scavate nell’entroterra di Malindi, Kenya: i cadaveri appartengono tutti ad adepti di una setta religiosa chiamata Good news international chuch.
A cura di Davide Falcioni
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I corpi di almeno 51 persone sono stati riesumati in fosse comuni scavate nella foresta di Shakaola, nell'entroterra di Malindi, Kenya: i cadaveri appartengono tutti ad adepti di una setta religiosa e sono stati rinvenuti dopo l'arresto del sedicente pastore Paul Mackenzie Nthenge, che predicava il digiuno "per vedere Gesù" inducendo i suoi seguaci a morire di fame.

Mentre proseguono le ricerche della polizia in una vasta area di circa 300 ettari, secondo la Croce Rossa del Kenya, sarebbero in tutto 112 le persone scomparse di cui non si hanno ancora notizie, mentre Nthenge è agli arresti nel carcere di Malindi. Il "massacro di Shakaola", come è stato definito dai media del Paese africano, è stato scoperto una settimana fa con il ritrovamento delle prime quattro persone morte di stenti che stavano per essere sepolte  in una fossa comune: si trattava però solo della punta dell'iceberg, perché altre decine di cadaveri sono stati trovati nei giorni successivi.

Cos'è la Good news international chuch

Tutte le vittime sono state identificate come membri della Good news international chuch, la Chiesa internazionale della buona novella. Al vertice di questa organizzazione, considerata una vera e propria setta, si trovava il pastore Paul Mackenzie Nthenge, ora agli arresti e dichiaratosi innocente. La setta si riuniva nell'entroterra della città turistica di Malindi, nella foresta di Shakahola.

Il ministro Kindiki ha parlato di "strage", di "uccisioni di massa" e di un chiaro "abuso del diritto umano costituzionalmente sancito alla libertà di culto". Per questa ragione ha chiesto una regolamentazione più severa per quanto riguarda le realtà religiose del Paese, estremamente diversificate e spesso inclini a degenerare in culti estremi e pericolosi. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Kenya William Ruto, che ha dichiarato: "Questa storia è affine al terrorismo, chiunque utilizzi la religione per intenti criminali è un terrorista e il suo posto non è in chiesa, ma in prigione".

Mackenzie Nthenge era noto da anni alla polizia

La scoperta di decine di cadaveri ha suscitato orrore e rabbia nella popolazione: il pastore Mackenzie Nthenge, principale indiziato, era infatti da anni noto alla polizia ed era già stato arrestato nel 2017 per indottrinamento. Nello specifico, aveva esortato molti bambini a non andare a scuola, dicendo loro che l'educazione non è riconosciuta nella Bibbia. All'epoca fu accusato di "radicalizzazione" e di gestione di una scuola non registrata. È stato nuovamente arrestato il marzo scorso, sempre con l'accusa di indottrinamento, dopo che avrebbe convinto due genitori a lasciare morire di fame i loro figli per poi seppellirli. Imprigionato, è stato rilasciato dopo il pagamento di una cauzione pari a 670 euro.

Paul Mackenzie Nthenge
Paul Mackenzie Nthenge

Il "pastore" ha quindi ripreso le sue attività e solo le segnalazioni di alcuni cittadini hanno permesso alla polizia di scoprire i primi cadaveri, appartenenti secondo il rapporto delle autorità a persone "morte di fame con il pretesto di incontrare Gesù dopo aver subito il lavaggio del cervello". Makenzie Nthenge dovrà comparire in tribunale il 2 maggio e nel frattempo ha iniziato uno sciopero della fame.

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