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Iraq, l’Isis chiude la diga di Ramadi: rischio tragedia umanitaria

Il livello del fiume Eufrate è sceso drasticamente, si rischia disastro umanitario per mancanza di acqua.
A cura di Antonio Palma
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Si rischia un disastro umanitario di enormi proporzioni in Iraq a causa della scarsità di acqua in alcune zone del Paese dopo che i miliziani del sedicente Stato islamico hanno chiuso la diga di Ramadi. L'allarme è stato confermato anche dal governatore di Anbar, Sabah Karhut, che in un'intervista alla tv araba al Arabiya, ha spiegato che negli ultimi giorni c'è stato un drastico abbassamento del livello dell'Eufrate nei pressi di Habbaniya e Khaldiya, centri minori sulla strada per Baghdad ancora sotto il controllo governativo ma assediati dall'Isis. Nel dettaglio sembra che i jihadisti in avanzata in Iraq abbiano chiuso le condotte della diga sul fiume Eufrate, limitando l'afflusso di acqua in alcune località a est di Ramadi. "Si rischia la tragedia umanitaria" ha ribadito anche un leader di una tribù locale in lotta contro l'Isis.

Secondo i quotidiani locali e le tribù del posto, dietro la chiusura della diga ci sarebbe una precisa strategia bellica per indurre gli abitanti e le forze locali che appoggiano il governo centrale ad arrendersi perché senza più acqua potabile. Per l'ex capo del dipartimento iracheno per le risorse idriche, invece, la mossa permetterebbe agli uomini del califfato di poter agire su una zona più ampia, attraversando il fiume grazie al basso livello delle acque e raggiungendo così aree altrimenti fuori portata. Qualunque sia l'obiettivo la preoccupazione che l'Isis possa manovrare una così importante risorsa idrica per il Paese preoccupa l'intero Iraq.

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