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Io Guido: Women2Drive, la protesta delle donne arabe

La protesta in Arabia Saudita delle donne che vogliono poter guidare senza infrangere la legge: un passo cruciale verso la conquista dei diritti civili.
A cura di Alfonsina Merola
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Women2drive

Se in Occidente scherziamo usando il detto: "Donne al volante pericolo costante", in Arabia Saudita invece è diventato un problema serio per le donne, quello di poter guidare la macchina. Il caso eclatante che ha fatto mobilitare tutte è stato l'arresto di una giovane donna di 27 anni Manal Sharif che stufa di questa costrizione limitante, ha deciso di pubblicare un video che la riprendeva durante la guida. Le forze dell'ordine il 22 maggio alle 3.00 di notte hanno effettuato l'arresto della ragazza durato nove giorni, il rilascio è stato dovuto ad un pentimento della ragazza ovviamente forzato.

Il divieto di guida da parte delle donne ha origine in una fatwa, che risale al 1991 che così dichiara: "Permettere a una donna di guidare significherebbe provocare un miscuglio di generi che metterebbe la donna in serio pericolo, e porterebbe al caos sociale". In realtà il problema di fondo è sempre la libertà, perchè una donna che può guidare una macchina senza che la cosa rappresenti un divieto, è vista assurdamente come un pericolo per la maschilista elite conservatrice della penisola arabica.

Anche perchè non si tratta dell'unico divieto in vigore. La lista è lunga: le donne non possono uscire di casa o viaggiare liberamente o senza il consenso del guardiano/padrone maschile, figura che non appartiene soltanto al padre o al marito ma anche al figlio. Non possono recitare in teatro, non hanno il diritto al voto e, appunto, non possono guidare una macchina.

Il caso di Manal Sharif però non è isolat, altre donne spinte dalla necessità a causa di un accompagnatore non trovato o un passaggio non ricevuto, perchè queste sono le uniche possibilità legali che hanno a disposizione per effettuare spostamenti,  hanno dovuto mettersi alla guida di una macchina non avendo la patente e questo effettivamente rappresenta un vero pericolo. Shaima Osama, una donna di 33 anni affetta da una grave carenza di vitamina D è stata costretta per tutta la sua vita ad elemosinare passaggi che la portassero in ospedale per poter ricevere l'iniezione indispensabile per la sua salute. Il mese scorso esasperata per non aver trovato un modo lecito per potersi recare in ospedale, ha deciso di mettersi al volante ed ovviamente è stata arresta e rilasciata qualche ora dopo. Fortunatamente è stata colta in reato durante il ritorno, quando almeno era riuscita ad effettuare la fondamentale pratica medica.

Ogni giorno c'è qualche donna che viene arrestata per la colpa di guidare e tutte vengono rilasciate dopo un finto pentimento messo a verbale, come è successo alla giovane Manal Sharif che ha scatenato il movimento di protesta che avrà luogo oggi. Tutte le donne arabe, giovani e non, si metteranno al volante per difendere i propri diritti ed hanno minacciato di prendere provvedimenti qualora la fautrice di tutto questo non sia presente oggi. Un intento era stato preannunciato sul social network Facebook con una campagna dal nome "Io Guido", organizzata da tutte le donne saudite stufe di subire vessazioni e non avere diritti fondamentali per ogni essere umano.

L’attivista Mohammed al Qahtani ha dichiarato riferendosi non solo a questo divieto ma in primis a quello di poter votare:" Le donne mediamente sono molto più coraggiose degli uomini e da tempo stanno dimostrando questo coraggio sfidando i divieti imposti dai vertici sauditi, non mi sorprenderebbe se avessero un ruolo determinante nella nostra battaglia per le riforme". Intanto qualcosa sta iniziando a muoversi e il grosso sta nell'inizio, non resta che attendere i prossimi passi verso la libertà rosa.

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