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Inghilterra, iniziano i test sul farmaco anti-Covid che garantirebbe l’immunità immediata

Il farmaco inglese sarebbe già alla fase tre dei test e garantirebbe “l’immunità immediata” per un periodo che va dai 6 ai 12 mesi. Se gli studi riusciranno a dimostrare la sua efficacia, sarà somministrato a coloro che sono esposti al virus in luoghi come aule scolastiche e ospedali. Per ora è stato somministrato a 10 persone.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sono iniziati nel Regno Unito i test su un farmaco sviluppato da AstraZeneca e UCHL che potrebbe garantire "un'immediata immunità" fino a un anno contro il Coronavirus. Lo scrive il Guardian, che asserisce che la terapia potrebbe essere somministrata come trattamento di emergenza ai pazienti ricoverati in ospedale e agli ospiti delle case di cura per cercare di spezzare la catena del contagio.

Lo studio sul farmaco è stato rinominato "storm chaser", ossia cacciatore di tempesta. Attualmente si trova alla sua fase tre, la più avanzata. "Se riuscissimo a dimostrare l'efficacia di questo trattamento, potremmo evitare che le persone esposte al virus arrivino a sviluppare la malattia – ha spiegato la professoressa Catherine Houlihan, virologa dell'UCLH – si aggiungerebbe un elemento ulteriore all'arsenale di armi che stiamo cercando di sviluppare per combattere il virus". Il vantaggio di questo farmaco potrebbe essere "l'immunità immediata". Il medicinale è al momento in fase di test, con l'obiettivo di verificare se il cocktail di anticorpi possa proteggere dal coronavirus per un periodo compreso tra i 6 e i 12 mesi. I soggetti coinvolti nel trial ricevono due dosi, una dopo l'altra. Se dovesse essere approvato, il trattamento sarebbe offerto a chi è stato esposto al virus e non ha ancora sviluppato sintomi. "Ad oggi il farmaco è stato somministrato a 10 persone che sono state esposte al virus in casa, in un ambiente sanitario o in aule scolastiche" ha spiegato la Houlihan. Il farmaco potrebbe essere disponibile su larga scala a partire da marzo o aprile 2021 se dovesse arrivare il via libera dell'ente regolatore nazionale. Il dottor Richard Jarvis, uno dei membri del comitato della British Medical Association, spiega che sarà importante capire se i trial sono efficaci, ma che sui nuovi trattamenti è ancora più importante il processo di ricerca accurata prima di entrare sul mercato.

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