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Covid 19

In Francia le scuole riaprono l’11 maggio, ma non tutti sono d’accordo

La scelta di riaprire le scuole dall’11 maggio in Francia è stata annunciata dallo stesso Presidente Emmanuel Macron ma della necessità di far ritornare i ragazzi in classe si discuteva già da giorni in Francia. Ora la parole d’ordine è riaprire tutto progressivamente ma sui meccanismi di riapertura c’è ancora tutto da decidere.
A cura di Antonio Palma
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La Francia segue l'esempio di tanti altri Paesi Europei e annuncia che tra le attività che riapriranno nella fase due delle norme anti contagio a maggio ci saranno anche le scuole. Ovviamente si tratterà di un ritorno graduale sui banchi ma l'apertura dei cancelli degli istituti già a partire dall'11 maggio non trova tutti d'accorso e fa storcere il naso a più di qualcuno. La scelta di riaprire le scuole in Francia è stata annunciata dallo stesso Presidente Emmanuel Macron ma della necessità di far ritornare i ragazzi in classe si discuteva già da giorni in Francia. Lo stesso ministro della Pubblica Istruzione, Jean-Michel Blanquer, aveva ricordato infatti che purtroppo non tutti seguono o possono seguire i corsi a distanza e che in questo modo tanti ragazzi sono destinati a rimanere indietro.

Ora la parole d'ordine è riaprire tutto progressivamente ma sui meccanismi di riapertura c'è ancora tutto da decidere. Il governo francese si è dato due settimane di tempo per mettere a punto tutti i passaggi: dalle modalità delle lezioni nel rispetto del distanziamento ai tempi, dai dispositivi di protezione per il personale  alla sanificazione degli ambienti  passando per la composizione delle classi. Un punto chiave infatti è che non tutti possono tornare insieme a scuola e questo apre un grande interrogativo: Chi rientrerà per primo e in base a quali criteri? Questo aspetto così come tutti gli altri saranno oggetto di una approfondita discussione tra autorità governative, rappresentanti degli insegnanti e federazioni dei genitori e che vedrà l'intervento di esperti di salute.

Al momento la proposta del Ministro è di dare priorità alle scuole primarie, perché "i bambini sono quelli che soffrono di più il confinamento" mentre gli adolescenti sono più autonomi, ma anche ai percorsi di studi come quello professionale dove è più forte l'abbandono. I più grandi potranno proseguire le lezioni a distanza in attesa delle riaperture delle loro scuole. Per tutti però è evidente che le classi dovranno essere sfoltite e l'idea è quella di avere un orario inferiore per creare più sezioni. Un meccanismo che non piace a tutti perché apre molti interrogativi come ad esempio la situazione dei genitori che devono tornare al lavoro e devono lasciare i figli a casa insegnanti. Anche sul fronte insegnanti il governo ha precisato che non saranno svolti tamponi a tappeto mettendo in allarme i sindacati. Ci saranno invece le vacanze estive di luglio e agosto anche se l'obiettivo è di tenere le scuole aperte anche durante questo periodo ma su base volontaria.

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