In Danimarca gli ergastolani non potranno più avere nuove relazioni sentimentali

Una spettacolarizzazione dei propri crimini così da poter fare colpo su orde di donne e uomini affascinati da assassini e malviventi. È questa la modalità con la quale gli ergastolani spesso e volentieri hanno avvicinato a sé fan che in breve tempo si sono trasformati in amanti, e sempre più spesso anche coniugi. Per questo motivo la Danimarca ha deciso che tutti i detenuti che si trovano in carcere perché condannati all'ergastolo non potranno più avere nuove relazioni sentimentali.
Il caso di Peter Madsen e della love story con una 17enne
Una vera e propria legge che ha come obiettivo quello di mettere un freno al fenomeno dei cosiddetti"groupies" di detenuti e che è stata proposta dopo il caso che ha visto coinvolto il killer della giornalista Kim Wall, Peter Madsen, che ha iniziato una relazione "virtuale" con una ragazzina di appena 17 anni. La giovane, Cammilla Kürstein, si è innamorata dell'uomo che nel 2017 ha ucciso nel suo sottomarino la reporter svedese facendo poi a pezzo il suo corpo, per questo l'inventore danese è stato condannato nel 2018 alla pena dell'ergastolo. Ed è durante la sua detenzione che Madsen ha iniziato con la 17enne che si era invaghita di lui una corrispondenza amorosa, poi seguita da telefonate e messaggi scambiati sui social, un rapporto andato avanti sino al giorno del matrimonio dell'uomo tenutosi nel 2020 in carcere con la 39enne russa Jenny Curpen.
Il progetto di legge, che è stato presentato il 15 settembre e che molto probabilmente entrerà in vigore già nel 2022, prevede il divieto per le persone condannate all’ergastolo di iniziare nuove relazioni sentimentali durante i primi 10 anni di detenzione e permette loro di avere contatti solo con persone con cui hanno avuto una relazione prima della condanna. Il firmatario della legge è il ministro della Giustizia, il socialdemocratico Nick Haekkerup, che ha spiegato che un altro degli aspetti riguarda il divieto per gli ergastolani di parlare dei crimini commessi sui social media o con i giornalisti. Anche questo provvedimento è scaturito dal caso di Madsen, che confessò l'omicidio della giornalista durante la puntata di un documentario nel 2018. "I criminali condannati non dovrebbero utilizzare le nostre prigioni come centri per appuntamenti o piattaforme mediatiche per vantarsi delle loro malefatte – ha detto Haekkerup – abbiamo avuto esempi disgustosi negli ultimi anni di detenuti che hanno commesso crimini abominevoli e poi dal carcere hanno contattato giovani per ottenere la loro simpatia e attenzione".