Il capo dell’intelligence militare finlandese: “Senza NATO, saremmo il prossimo bersaglio dopo l’Ucraina”

“Siamo pronti. La deterrenza collettiva è la chiave: se non fossimo entrati nella NATO saremmo stati il secondo bersaglio dopo l’Ucraina”. Il generale di brigata Pekka Turunen, capo della intelligence militare finlandese, non ha dubbi: Mosca è alla ricerca di vittorie più che di compromessi. Mentre centinaia di mezzi dell’Alleanza atlantica si muovono tra i boschi e le strade sterrate della Finlandia settentrionale per le esercitazioni "Northern Forest", la tensione lungo la frontiera con la Russia cresce. Un intero corpo d’armata è di base a poche decine di chilometri, sta triplicando le sue dimensioni e potrebbe diventare parte di un più ampio dispositivo contro Helsinki. Nelle scorse settimane, durante le esercitazioni NATO nei Paesi Baltici, il vice-ministro degli Esteri russo Alexander Grushko ha reso noto che si stanno creando due nuovi distretti militari e una divisione corazzata in Carelia per controbilanciare le “aggressive provocazioni” occidentali.
"Non sono provocazioni”, afferma a Fanpage.it il generale Turunen. ”Queste esercitazioni sono pragmatiche: servono a garantire che le nostre truppe sappiano reagire a ogni evenienza. E non sono diverse dalle periodiche esercitazioni che la NATO ha sempre organizzato”. Intanto, le azioni di guerra ibrida da parte dei servizi segreti e delle forze armate di Vladimir Putin si moltiplicano — secondo il servizio diretto da Turunen. L’atteggiamento della Russia, avverte il generale, non è una semplice reazione. È parte di una strategia a lungo termine, che guarda a uno scenario inquietante: "Si stanno preparando a un’epoca di guerre in Europa orientale e settentrionale. E ora che la linea rossa è stata superata in Ucraina, sanno che continuare è più facile”.
Generale, le esercitazioni NATO attualmente in corso in Finlandia vengono considerate aggressive e provocatorie dalla Russia. Sono diverse dalle manovre “standard” dell’ Alleanza?
"No, in alcun modo. E soprattutto non vogliono essere provocatorie. Sono strettamente pragmatiche: l’obiettivo non è mostrare forza, ma addestrare le truppe in modo che siano pronte a ogni evenienza. Non c’è alcun cambiamento sostanziale rispetto alle precedenti periodiche manovre della NATO".
I russi però le vedono come una “proiezione di forza” nei loro confronti e potenziano il loro dispiegamento militare alle vostre frontiere. In particolare, il 44° Corpo d’Armata vi è ormai a ridosso. Lo considerate una presenza permanente?
"Hanno creato il 44° Corpo d’Armata, che ha le sue basi vicine al confine finlandese. Al momento però combatte in Ucraina. Abbiamo osservato lavori di costruzione che possono indicare propositi ‘stanziali’ per il futuro. Depositi di mezzi militari, per esempio. Ma non sembra si stia preparando un dispiegamento stabile del 44° alle nostre porte, almeno per ora".
Che significa “per ora”? Vi aspettate cambiamenti in futuro? Un dispositivo diretto proprio contro di voi? E semmai quando?
"Difficile prevedere i tempi: potrebbero volerci mesi o anni. Finché non ci sarà un accordo che fermi la guerra in Ucraina, è improbabile che le unità russe di cui stiamo parlando vengano ritirate da quel fronte".
Dal suo punto di osservazione privilegiato, perché la Russia rifiuta un cessate il fuoco in Ucraina? Ci sono motivi militari tattici precisi, oltre alle grandi strategie e alla politica?
"Perché non ha ancora raggiunto i suoi obiettivi militari, specialmente il controllo delle oblast che Mosca si è annessa. Finché non ci riesce, non considererà un cessate il fuoco".
La Russia ha capacità per lanciare una grande offensiva in Ucraina? La sta preparando?
"È possibile. Stanno rimpiazzando le perdite, il sistema di reclutamento funziona come non mai. Potrebbero formare unità per un attacco su larga scala. Non lo considero probabile, ma è possibile".
Se ci fosse una tregua in Ucraina, la Russia potrebbe rafforzare subito la sua presenza militare alla frontiera con la Finlandia. Ma in ogni caso prevedete che le truppe di Mosca al vostro confine come minimo triplicheranno. È corretto?
"Sì. Prima della guerra c’erano circa 30mila loro soldati, nella zona. Ma la Russia è impegnata nell’aumentare la sua potenza militare. Se i piani del Cremlino verranno rispettati, diventeranno 90mila. Perché stanno trasformando le brigate in divisioni. Una divisione ha tre volte gli effettivi di una brigata. D’altra parte, è un cambiamento strutturale che sta avvenendo in tutta la Russia".
Le unità russe alla vostra frontiera sono “combat ready”, pronte al combattimento? O solo addestrative?
"In passato erano soprattutto centri d’addestramento per coscritti, ma per ogni base era presente una task force ‘combat ready’: un battaglione dotato di artiglieria. Ora, con la trasformazione in divisioni, il livello di prontezza potrebbe aumentare".
Avete segnali che dopo la guerra la Russia manterrà unità militari moderne e “combat ready” in Carelia e nella Penisola di Kola?
"Sì, ci sembra probabile. In alcune aree ci saranno unità più moderne e più addestrate al combattimento. È uno scenario verosimile, secondo la nostra intelligence".
Una novità degli ultimi tre anni è la riattivazione del Distretto militare russo della regione di Leningrado. È una mossa difensiva o potrebbe servire a scopi offensivi contro il quadrante settentrionale della NATO?
"Ufficialmente è difensivo, ma ogni unità può essere usata anche in modo offensivo. Le aree strategiche della Russia sono intorno a San Pietroburgo e nella penisola di Kola. Vogliono che quest’area sia una “zona cuscinetto”. Significa proprio che le unità che la presidiano possono avanzare per proteggere il dispositivo".
Sul fronte della guerra ibrida, può confermare che osservate frequenti incursioni di droni russi vicino a installazioni militari finlandesi?
"È così. Questi voli avvengono spesso".
Quali unità russe sono coinvolte? Il servizio segreto militare, il Gru? Quello interno, l’Fsb?
"Si tratta di un’operazione su più livelli. L’Fsb è coinvolto nello strumentalizzare a fini bellici — parliamo di guerra ibrida — le ondate migratorie, il Gru nell’intelligence in senso classico. E unità delle forze armate e della marina sono impegnate in attività aggressive nel Mar Baltico. In questo momento (è in corso una massiccia esercitazione navale con decine di unità, appoggio aereo e tremila soldati — ha. Confermato interfax, ndr). Tutte le agenzie russe sono in qualche modo coinvolte in attività ibride".
Per evitare che l’Fsb “dirottasse” i flussi migratori verso la vostra frontiera con fini destabilizzanti, usandoli come arma, avete chiuso e recintato il confine orientale. Decisione criticabile. Non fate passare nemmeno i dissidenti che fuggono dal regime di Mosca. Almeno ha funzionato, dal punto di vista tattico?
"Sì, il confine ora è calmo e privo di attività ostili. Le contromisure hanno funzionato".
Che tipi di tattiche ibride osservate? Attacchi cyber, sabotaggi, disinformazione?
"Tutte. HUMINT (spionaggio da parte di personale inviato sul posto) nel nostro territorio vicino a caserme ed esercitazioni. Campagne di disinformazione sui social, costanti disturbi del segnale Gps, con conseguenze gravi soprattutto per il traffico aereo civile".
La Russia sta cercando di testare la credibilità dell’Articolo 5 della NATO attraverso azioni ibride?
"Non siamo ancora a quel livello. Sembrano intenzionati a restare sotto la soglia che potrebbe attivare discussioni sull’Articolo 5 (l’ articolo che stabilisce il principio di difesa collettiva, ndr)".
Secondo la vostra intelligence, in futuro Mosca potrebbe tentare una provocazione nel Nord per testare l’Articolo 5?
"Solo se la situazione diventasse molto più tesa e la Russia fosse militarmente pronta. Per ora, non è realistico".
La Russia dispone di armamenti avanzati vicino alla Finlandia, come i missili Iskander o il sistema di difesa anti-aerea S-400?
"Gli Iskander sono presenti a sud di San Pietroburgo, e batterie di S-400 sia intorno a San Pietroburgo che nella penisola di Kola. Ma non è una presenza nuova. La maggior parte dell’equipaggiamento per il combattimento terrestre, poi, è stata trasferita in Ucraina".
Come si sta adattando la Finlandia? Nuove strutture, truppe, preparativi?
"Stiamo costruendo ripari per veicoli, depositi e qualche alloggio per esercitazioni. Niente di massiccio, ma mirato a sostenere la nostra postura difensiva".
Vorreste una presenza più visibile di truppe alleate, soprattutto in Lapponia o Carelia?
"Potrebbe essere utile per la deterrenza collettiva. Comunque, non servono nuove guarnigioni a presidiare le nostre regioni. Addestramento congiunto e presenza occasionale sono più che sufficienti a rafforzare il messaggio".
Secondo un politologo vicino al Cremlino siete solo dei semplici produttori di latte che non hanno imparato la lezione della Guerra di continuazione, quando foste sconfitti dai sovietici nel 1944. Come risponde?
"Pura propaganda. Noi puntiamo sull’autosufficienza difensiva, la leva obbligatoria per i nostri giovani e la preparazione dei nostri riservisti. Con la Nato, siamo ancora più forti. Non ci interessa cosa pensano loro. Sappiamo di essere pronti".
Entrare nella NATO, è stata la scelta giusta? In fondo da neutrali avete per anni avuto rapporti pragmatici di buon vicinato, con i russi…
"È stata la scelta giusta. Sennò saremmo stati il “secondo bersaglio” dopo l’Ucraina".
La Russia si prepara a un’epoca di guerre in Europa orientale e settentrionale?
"Iniziando la guerra in Ucraina, hanno oltrepassato la linea rossa. Ora continuare è facile. Hanno meno freni. E sanno che per l’Europa reagire è difficile".
La Finlandia si sta preparando a un possibile conflitto ad alta intensità?
"Sì. La nostra difesa è pronta per ogni scenario. E il nostro obiettivo è “deterrence by denial”, in linea con la dottrina militare NATO: si tratta di scoraggiare l’avversario sottraendogli l’obiettivo, rendendolo irraggiungibile. È il modo migliore per evitare il peggio".