Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

I ministri israeliani auspicano più fame a Gaza mentre l’ONU lancia l’allarme: “Scorte di cibo quasi finite”

Il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha dichiarato che “a Gaza non c’è fame” e che, anzi, sarebbe “giusto affamare la Striscia”. Intanto ONU e Ong lanciano l’allarme su livelli di carestia ormai catastrofici.
A cura di Davide Falcioni
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"Non c'è fame a Gaza". Anzi, sarebbe giusto "affamare Gaza e Hamas". Sono le parole scritte questa mattina sul suo profilo X dal ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir. Secondo il leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit infatti nella Striscia non ci sarebbe nessuna carestia; al contrario, secondo l'influente ministro se i palestinesi soffrissero davvero la fame, avrebbero già liberato gli ostaggi israeliani ancora detenuti nel territorio. Ben Gvir ha ribadito il suo sostegno a una linea dura contro Hamas, dichiarando apertamente di essere favorevole a "far morire di fame Hamas a Gaza".

Anche il ministro israeliano del Patrimonio Amichai Eliyahu, membro del partito di Ben Gvir, ha negato che i palestinesi di Gaza non ricevano cibo a sufficienza.  "Non dobbiamo preoccuparci della fame nella Striscia. Lasciamo che se ne preoccupi il mondo", ha detto, definendo la condanna internazionale della carestia dilagante a Gaza una campagna contro Israele, sottolineando al contempo che Israele è in guerra e sta cercando di uccidere "questi mostri".

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La verità sulla fame a Gaza. ONU: "Situazione catastrofica"

Le parole dei due membri del governo israeliano giungono in un momento in cui organizzazioni umanitarie e agenzie delle Nazioni Unite denunciano condizioni sempre più gravi per la popolazione civile.

Secondo l’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), circa 500mila persone a Gaza si trovano in condizioni di fame catastrofica, mentre l’intera popolazione soffre di insicurezza alimentare acuta. Le stime più recenti del ministero della Sanità palestinese parlano di almeno 115 decessi per malnutrizione dall’inizio del conflitto, tra cui 81 bambini.

In netto contrasto con le dichiarazioni del ministro israeliano anche l’UNICEF, che stamattina ha lanciato un drammatico allarme: le scorte di alimenti terapeutici pronti all’uso (RUTF), fondamentali per salvare i bambini gravemente malnutriti, stanno per esaurirsi. "Siamo di fronte a una situazione disperata", ha dichiarato giovedì Salim Oweis, portavoce dell’UNICEF da Amman. "Se non arrivano nuovi rifornimenti, le attuali scorte finiranno entro metà agosto. Questo è estremamente pericoloso per i bambini".

Al momento, l’agenzia delle Nazioni Unite dispone di scorte sufficienti per curare solo 3mila bambini, mentre nelle prime due settimane di luglio ne ha già trattati 5mila affetti da malnutrizione acuta. Le forniture – tra cui biscotti ad alta energia e paste di arachidi arricchite con latte in polvere – sono essenziali per la sopravvivenza dei più piccoli, ma stanno rapidamente terminando.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha confermato che le scorte terapeutiche nei centri sanitari locali sono quasi del tutto esaurite, con il rischio imminente che migliaia di bambini restino senza cure. Intanto, sul terreno, le scene di disperazione si moltiplicano; "La gente crolla per la fame nelle strade", ha raccontato un testimone a Gaza City.

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MSF: "Anche i nostri operatori soffrono la fame"

Anche Medici Senza Frontiere ha confermato che nelle sue strutture il 25% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni e di donne incinte e che allattano sono malnutriti. Si tratta di numeri sono senza precedenti, con la fame che ormai colpisce anche il personale sanitario: il dottor Mohammed Abu Mughaisib, vicecoordinatore medico di MSF a Gaza, ha infatti raccontato: "È così che la fame distrugge il tuo corpo: il corpo sacrifica i tessuti, persino il cuore, solo per sopravvivere. È a questo punto che i bambini smettono di piangere […]. Non avrei mai pensato di viverlo in prima persona. Negli ultimi giorni ho mangiato solo una volta ogni due giorni […]. Ci prendiamo cura di pazienti che stanno morendo di fame mentre noi stessi stiamo iniziando a soffrire la fame".

Israele consentirà il lancio di aiuti col paracadute

A seguito delle pressioni internazionali l’esercito israeliano ha annunciato oggi che permetterà la ripresa delle consegne di cibo e beni essenziali nella Striscia di Gaza attraverso lanci col paracadute fatti dall’aviazione di Egitto ed Emirati Arabi. Operazioni simili erano già state fatte nel 2024 e non di rado erano gli aiuti erano finiti in zone inaccessibili. Non è chiaro quando inizieranno i nuovi lanci, che saranno coordinati con l’esercito israeliano.

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