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Grecia, banche ancora chiuse. Merkel e Hollande a Tsipras: “Vogliamo proposte”

Nel day after del referendum, la cancelliera ora si dice disponibile ad accogliere nuove proposte ma chiude sul taglio del debito. Nel frattempo Euclid Tsakalotos, membro del comitato centrale di Syriza, sostituirà il dimissionario ministro delle finanze Varoufakis.
A cura di Antonio Palma
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Ore 22.15 – Lagarde: "La Grecia non avrà altri fondi senza pagamenti" – "Il Fmi non può versare altri fondi alla Grecia in base alla sue norme sui mancati pagamenti di finanziamenti concessi dal Fondo". Lo ha ribadito il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, parlando al telefono con il primo ministro greco, Alexis Tsipras. Atene ha saltato un pagamento di 1,6 miliardi di dollari.

Ore 20.25 – Padoan: "Nessun rischio per l'Italia" – "I fondamentali dell'economia italiana si sono molto rafforzati, è chiaro che ci sarà un po'di volatilità" sui mercati "ma non c'è nessun rischio per l'Italia che sta facendo le riforme, che sono la via maestra anche dal punto di vista finanziario". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al Tg5, commentando il risultato del referendum in Grecia.

19.35 – Hollande: "Tsipras faccia proposte credibili" – "La porta è aperta alle trattative. Ora spetta a Tsipras fare proposte serie e credibili", lo ha detto il presidente francese Hollande al fianco della cancelliera Angela Merkel all'Eliseo, per parlare del futuro di Atene. "Prendiamo atto del risultato e rispettiamo il voto dei greci perché l'Europa è la democrazia", ha aggiunto.

Ore 18.00 – Banche ancora chiuse: prelievo massimo 60 euro – In Grecia il limite di prelievo giornaliero di 60 euro agli sportelli automatici sarà confermato almeno fino a venerdì 10 giugno, se la Banca centrale europea confermerà il livello di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela. Lo ha detto il vice ministro delle Finanze, Giorgos Stathakis, secondo quanto riporta la Bbc. Le banche rimarranno chiuse forse per l'intera settimana

Ore 16.20 – Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha nominato il nuovo ministro dell'Economia, che succederà al dimissionario Varoufakis. Si tratta di Euclid Tsakalotos, 55 anni, formato negli studi in Gran Bretagna e docente di Economia all'Università di Atene. Il nuovo ministro è componente del comitato centrale di Syriza ed è stato capo negoziatore greco a Bruxelles nonché portavoce del governo Tsipras per l'economia.

Ore 14.50 – Tsipras a Merkel: "Domani proposte della Grecia al vertice Ue". Ci sarebbe stata una telefonata nelle scorse ore dopo il referendum tra il Premier greco Alexis Tsipras e la cancelliera tedesca Angela Merkel in vista della riunione di domani dell'Eurogruppo. Lo riferiscono fonti del governo ellenico spiegando che nella conversazione telefonica i due leader si sono accordati sul fatto che Tsipras presenterà alcune proposte del governo greco al vertice di domani . Poco prima Tsipras avrebbe avuto una telefonata anche con il presidente russo Vladimir Putin con il quale ha discusso delle conseguenze del referendum. Lo rende noto il Cremlino spiegando che Putin "ha espresso sostegno per il popolo greco affinché superi le difficoltà".

Ore 13.10 – Renzi: "Domani l'Europa deve trovare soluzione definitiva" – Gli incontri di domani a Bruxelles dovranno trovare una soluzione definitiva per l'emergenza della crisi greca. Lo ha dichiarato poco fa attraverso Facebook il nostro Premier Matteo Renzi parlando del problema del "cantiere" Grecia da affrontare rapidamente. "Ci sono due cantieri da affrontare rapidamente nelle capitali europee e a Bruxelles. Il primo riguarda la Grecia, un paese che é in una condizione economica e sociale molto difficile" ha scritto il Presidente del Consiglio, aggiungendo: "Gli incontri di domani dovranno indicare una via definitiva per risolvere questa emergenza". "Il secondo – ancora più affascinante e complesso, ma non più rinviabile – é il cantiere dell'Europa. Da mesi stiamo insistendo per discutere non solo di austerity e bilanci, ma di crescita, infrastrutture, politiche comuni sulla migrazione, innovazione, ambiente. In una parola: politica, non solo parametri. Valori, non solo numeri" ha proseguito Renzi, concludendo: "Se restiamo fermi, prigionieri di regolamenti e burocrazie, l'Europa è finita. Ricostruire una Europa diversa non sarà facile, dopo ciò che è avvenuto negli ultimi anni. Ma questo è il momento giusto per provare a farlo, tutti insieme. L'Italia farà la sua parte"

UPDATE: Merkel: "No a nuove trattative"- La Merkel spegne ancora una volta gli entusiasmi dei geci dopo la vittoria del no al referendum ribadendo che non ci sono margini di trattativa sulle richieste di finanziamento e ristrutturazione del debito annunciate dal governo ellenico. "Al momento non ci sono i presupporsi per nuove trattative su altri programmi di aiuto per la Grecia" ha dichiarato infatti oggi in conferenza stampa il portavoce della Merkel, Steffen Seibert,. "Il taglio del debito per noi non è un tema" ha ribadito anche il portavoce del ministro delle Finanze tedesco confermando che la posizione della Germania non cambia perché "L'Europa ha optato per soluzioni diverse dal taglio del debito per risolvere i problemi dei paesi dell'euro e ciò ha funzionato". Dello stesso parere anche Christian Noyer, membro del board della Bce, che ha sottolineato: "Per definizione il debito greco alla Bce non può essere ristrutturato perché ciò costituirebbe un finanziamento monetario". La posione dell'Eurogruppo, convocato per domani, è invece quella di attendere ora le proproste concrete di Atene.

La Grecia ha deciso, il piano di salvataggio proposto dei creditori non può essere accettato. Con il 61.31% contro il 38,69% infatti i cittadini ellenici hanno detto no all'accordo proposto in fase di negoziato, aprendo di fatto la porta a nuovi e inesplorati scenari politici ed economici in Europa. Anche se il referendum greco non era per uscire dall'Unione Europa e su un accordo ormai scaduto, come è stato ribadito più volte in questi giorni, di fatto si tratta di un chiarissimo segnale politico da parte dei greci. Il risultato finale del referendum infatti dà nuova forza al Premier Tsipras e al suo governo che ora è pronto a rilanciare per un nuovo accordo con nuove richieste all'Ue e agli altri creditori. Del resto la partecipazione popolare è stata ampia sia nei comizi pre voto sia ai seggi. Al voto infatti hanno partecipato 6.161.140 cittadini, pari al 62,5% degli aventi diritto.Forte dell'appoggio popolare, Tsipras a spoglio ancora in corso infatti il Premier ellenico ha ribadito che la vittoria dei No non è una rottura con l’Unione Europea ma l'inizio di una nuova trattava. "La Grecia vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale" aveva spiegato il Premier, aggiungendo: "Il nostro obiettivo era ed è la ristrutturazione del debito e la fine dell'austerità".

Varoufakis si dimette

A sorpresa però il giorno dopo la vittoria del no al Referendum, Tsipras deve fare conti con l'annuncio inatteso del ministro delle Finanze di Atene, Yannis Varoufakis, che ha comunicato le sue dimissioni, spiegando: "Me ne vado per aiutare Tsipras nella trattativa". "Subito dopo l'annuncio dei risultati del referendum, sono stato messo al corrente di una certa preferenza di alcuni partecipanti dell'Eurogruppo, e di altri ‘partner' per la mia … ‘assenza' da future riunioni; un'idea che il Primo Ministro ha giudicato potenzialmente utile per trovare un accordo. Per questo lascio il Ministero delle Finanze oggi" ha fatto sapere  Varoufakis attraverso twitter, aggiungendo: "Considero mio dovere aiutare Alexis Tsipras come lui meglio crede. Porterò addosso con orgoglio il disgusto dei creditori nei mie confronti. Noi della sinistra sappiamo come agire collettivamente senza nessun privilegio personale. Sosterrò pienamente il Primo Ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze, e il nostro governo".

Ora la palla resta sempre ad Atene che dovrà proporre nuove misure concrete per ottenere l'assenso dei creditori. Dopo il no nel referendum greco comunque le cancellerie di tutti i Paesi Ue si sono immediatamente messe al lavoro e oggi sarà una giornata fitta di impegni per tutti i leader europei e le istituzioni economiche mondiali che proseguiranno per tutta la settimana. Questa mattina i creditori internazionali della Grecia avranno un primo confronto in conference call: il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della BCE, Mario Draghi e il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, discuteranno infatti della situazione. Nel pomeriggio poi sarà la volta della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Hollande che si incontreranno a Parigi per fare il punto della situazione. Una scelta quest'ultima che non è piaciuta a Renzi che sempre per oggi ha convocato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per discutere della situazione e della posizione che dovrà tenere l’Italia. Per domani invece è stata fissata la riunione speciale dell'Eurogruppo. Lo ha annunciato il presidente dell'Eurogruppo, Jerom Dijsselbloem, spiegando: "Prendo atto del risultato del referendum greco che è molto deplorevole per il futuro della Grecia. Ora aspetteremo le iniziative da parte delle autorità greche. L'Eurogruppo discuterà la situazione martedì".

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