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Goli, la sposa bimba che sarà impiccata per la morte del marito perché non può pagare il “prezzo del sangue”

Goli Kouhka, sposa bambina iraniana oggi 25enne, nei prossimi mesi sarà impiccata se non riuscirà a pagare il cosiddetto “prezzo del sangue”, una somma di denaro alla famiglia del marito defunto. Quest’ultima ha accettato di rinunciare all’esecuzione se lei paga 10 miliardi di toman, circa 100mila euro.
A cura di Antonio Palma
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Goli Kouhkan aveva solo 12 anni quando la sua famiglia la diede in sposa con un cugino senza chiederle alcun consenso. Per la sposa bambina iraniana inizio una vita di sacrifici e violenze quotidiane culminata poi nell'uccisione accidentale del marito durante una lite domestica quando aveva solo 18 anni. Da allora è stata arrestata e condannata e nei prossimi mesi sarà impiccata se non riuscirà a pagare il cosiddetto "prezzo del sangue", una somma di denaro alla famiglia del marito defunto.

Come denunciano dall'associazione Iran Human Rights, la giovane donna della minoranza balucha verrà giustiziata se non pagherà 10 miliardi di toman richiesti dalla famiglia della vittima, vale a dire circa 100mila euro. Una cifra enorme per chiunque nel Paese, quasi impossibile per una donna e assolutamente irrealizzabile per una donna in carcere. Per lei è partita da mesi una campagna di raccolta fondi che però ha una scadenza: dicembre. Se gli organizzatori non riusciranno a raccogliere abbastanza soldi per soddisfare la famiglia della vittima, Goli potrebbe essere giustiziata.

Un'enorme ingiustizia secondo gli attivisti, aggravata da povertà ed emarginazione. I sostenitori di Gali sottolineano che le sue azioni come chiamare un'ambulanza e rimanere sul posto indicano che non aveva intenzione di uccidere il marito. Alla stazione di polizia, gli agenti la interrogarono e le chiesero di firmare documenti che non sapeva leggere perché all'epoca era quasi analfabeta e lei, diciottenne spaventata, firmò tutto confessando.

Un giudice l'ha condannata a morte con il cugino di suo marito che era accorso in casa. La condanna a morte è stata confermata dalla Corte Suprema iraniana. "Sebbene il giudice sapesse che era impossibile per una ragazzina uccidere un uomo con tanta forza, ha condannato entrambi a morte", hanno affermato gli attivisti. Senza assistenza legale o supporto familiare, la donna, ora 25enne, ha trascorso sette anni nella prigione iraniana di Amirabad a Gorgan, diventando così la detenuta con più anni di carcere.

Dopo sette anni, la famiglia di suo marito ha accettato di rinunciare all'esecuzione se lei paga 10 miliardi di toman e accetta di lasciare la città  per sempre.  Gli attivisti per i diritti umani affermano che il caso è emblematico del trattamento discriminatorio riservato alle donne e alle minoranze in Iran, dove il matrimonio infantile è legale e le tutele legali contro la violenza domestica sono nulle.

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