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G7, chiuso il vertice: “La priorità è la crescita, pronti a investimenti pubblici”

Nel comunicato finale del vertice di Ise-Shima i leader delle principali economie mondiali puntano l’attenzione anche su migrazione e terrorismo.
A cura di Biagio Chiariello
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"La crescita globale è la nostra urgente priorità". Lo si legge nel comunicato finale del G7 di IseShima in Giappone, nel quale viene sottolineato che è necessario usare ogni strumento "fiscale, monetario e strutturale" per sostenere la domanda globale" continuando gli sforzi per "mettere il debito su livelli sostenibili". "Intendiamo assicurare un livello appropriato di investimenti pubblici", prosegue la dichiarazione finale del vertice dei sette grandi del mondo.

Nel comunicato finale c’è anche spazio al problema dell’immigrazione. Si evidenzia in particolare il fatto che i "migranti e i rifugiati sono una sfida globale che richiede una risposta globale. Bisogna aumentare l'assistenza globale per sostenere le esigenze dei rifugiati, delle comunità che li ospitano" e cooperare con "i nostri partner, specialmente quelli in Africa, in Medio Oriente e nei paesi confinanti di origine e transito". Il documento che chiude la due giorni di Ise-Shima, "incoraggia l'ammissione temporanea" e gli schemi di ricollocamento "per alleviare la pressione dei paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati".

La dichiarazione del G7 menziona anche il referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea del prossimo 23 giugno: "Ci sono potenziali shock di origine non economica: un'uscita del Regno Unito dall'Ue potrebbe invertire il trend verso un maggiore commercio mondiale e investimenti, con i posti di lavoro collegati, e rappresenta un serio rischio per la crescita".

I grandi del mondo non mancano di evidenziare la "dura condanna" del "terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni". E viene sottolineato che "gli attacchi e le atrocità" compiute da Stato islamico, Al Qaeda e altre organizzazioni pongono un "serio problema alla pace e alla sicurezza". "Siamo preoccupati dell'aumento degli attacchi", proseguono i leader del G7. Bisogna combattere le fonti di finanziamento tra le quali i riscatti che – è l'appello – "non devono essere pagati".

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