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Elezioni USA: Obama ordina revisione completa dei voti per sospetti attacchi hacker

Il Presidente degli Stati Uniti ha chiesto che entro la fine del suo mandato gli venga presentato un dossier completo sugli attacchi informatici – soprattutto russi – subiti nel giorno del voto.
A cura di Davide Falcioni
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Il presidente statunitense Barack Obama ha ordinato una "revisione completa" dei voti delle ultime elezioni a causa del sospetto che hacker russi possano aver effettuato attacchi informatici e falsato in questo modo la regolarità della consultazione. A renderlo noto è stata Lisa Monaco, consulente anti-terrorismo del capo dello stato, che ha anche spiegato che Obama ha chiesto un dossier completo degli attacchi informatici entro la scadenza del suo mandato.

Il sospetto che le ultime elezioni americane possano essere state influenzate da brogli elettorali ha dunque persuaso la Casa Bianca a richiedere una verifica approfondita. Nelle scorse settimane, infatti, autorevoli accademici ed esperti di pirateria informatica avevano messo in guardia contro la possibilità che hacker stranieri, soprattutto russi, possano aver modificato il "voto elettronico" in stati come Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.

L'esito del voto, secondo alcuni esperti, potrebbe essere stato alterato da pirati informatici stranieri. Barbara Simons, consigliere della commissione Usa per l'assistenza elettorale, ha dichiarato: "Dobbiamo avere un controllo delle schede post elezione". D'accordo con la donna anche il fondatore del National Voting Rights Institute, John Bonifaz, e il direttore del centro per la sicurezza informatica dell'Università del Michigan, Alex Halderman, che hanno partecipato alla scrittura di un dossier presentato al Partito Democraticp: "Il nostro Paese ha bisogno di un'accurata, pubblica indagine del Congresso sul ruolo che poteri stranieri hanno giocato nei mesi precedenti alle elezioni".

I dubbi sollevati sulla regolarità delle ultime elezioni riguardano soprattutto il Wisconsin, stato dove Clinton era stata data in vantaggio e dove invece Trump ha ottenuto un grande numero di voti proprio nelle contee dove viene utilizzato il voto elettronico. Il vantaggio conseguito dal Repubblicano è stato definito sproporzionato rispetto ai consensi ottenuti nelle contee dove ancora si usa la scheda cartacea. Secondo il New York Magazine, "gli esperti dell’università hanno mostrato dei dati secondo cui in Wisconsin, nelle contee in cui si votava con le macchine elettroniche, Clinton ha ricevuto il 7 per cento di voti in meno rispetto a quelle in cui si vota con la scheda elettorale, o in cui si usano metodi di riconoscimento elettronici dell’elettore. Sulla base di questa analisi statistica, a Clinton potrebbero essere stati negati fino a 30mila voti. Trump ha vinto con un distacco di 27mila".

In realtà la tesi dei brogli era stata criticata da Nate Cohn, giornalista del New York Times esperto di statistica applicata alla politica, secondo cui – prendendo in considerazione altri fattori – risulta  chiaramente come nelle zone rurali, quelle in cui si vota elettronicamente, la vittoria è andata a Trump mentre in quelle urbane – con voto cartaceo – il successo è stato della Clinton: dati in linea con i trend generali, che hanno visto il Repubblicano avere effettivamente la meglio nelle aree rurali di ogni stato.

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