Egitto: ucciso leader jihadista, tensioni per le elezioni

In un blitz nel Sinai le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso il leader jihadista Shadi el-Menei considerato a capo del gruppo fondamentalista Ansar Beit al-Maqdess che si ispira alla rete del terrore di Al Qaeda. Lo hanno comunicato le autorità egiziane, spiegando che nel blitz delle forze speciali del Cairo sono stati uccisi anche altri tre esponenti del gruppo armato. A quanto si apprende da fonti locali, i militari egiziani avrebbero aperto il fuoco contro il gruppo jihadista che stava circolando in automobile nel centro del Sinai mentre era in procinto di lanciare un attacco contro un gasdotto della zona. Il movimento jihadista con base nel Sinai del resto negli ultimi tempi ha intensificato le azioni contro il governo centrale egiziano con attentati e bombe, soprattutto dopo la destituzione del presidente eletto Mohamed Morsi, per questo le forze armate del Paese nordafricano avevano scatenato una dura repressione e una caccia l'uomo contro Shadi el-Menei.
Il gruppo Ansar Beit al-Maqdess, dichiarato "organizzazione terroristica" dall'Egitto e dal Regno Unito, ha rivendicato alcuni degli attacchi più sanguinosi degli ultimi tempi nel Paese africano, tra i quali un tentativo di omicidio fallito in settembre contro l'allora ministro dell'Interno. La tensione nel Paese comunque resta altissima in vista delle elezioni presidenziali di lunedì e martedì prossimo. Per garantire la sicurezza il ministero dell'Interno egiziano sta schierando circa 400 mila unità delle forze dell'ordine, di cui 220mila poliziotti e 181mila militari. Dai sondaggi l'ex generale Abdel Fattah al Sisi è il superfavorito della vigilia.