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Ecuador, 12 neonati morti in ospedale: i medici avrebbero impiegato cannule usate prima su altri pazienti

Dodici neonati sono morti a Guayaquil, Ecuador, in un ospedale dove si sospetta l’uso di cannule nasali riutilizzate e contaminate da batteri resistenti. È stata avviata un’inchiesta e il governo promette misure urgenti.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Dodici neonati sono morti in Ecuador all’Ospedale Universitario di Guayaquil, struttura gestita dal Governo al centro di una seria emergenza sanitaria. Lo ha confermato il Ministero della Salute ecuadoriano, mentre il nosocomio ha fatto sapere di aver attivato un’allerta epidemiologica per indagare sulle cause spiegando che i decessi derivano da condizioni cliniche complesse dei neonati, legate a "nascite premature o molto premature". I referti medici indicano inoltre che due casi potrebbero essere collegati a un’infezione da "Klebsiella Pneumoniae", un batterio noto per la sua resistenza ai farmaci.

La procura ha aperto un’inchiesta preliminare e intende raccogliere testimonianze da genitori e altre persone potenzialmente informate sui fatti. Il sospetto, riportato anche da alcuni media, è che a causa della presunta mancanza di materiale sanitario, alcuni medici dell'ospedale abbiano utilizzato sui neonati cannule nasali (tubi per la somministrazione di ossigeno) che avevano già impiegato su altri pazienti malati e che avrebbero dovuto essere gettate. Ciò, secondo un'ipotesi tutta da confermare, potrebbe aver causato la morte di almeno due neonati, infettati dal batterio Klebsiella pneumoniae.

Secondo gli Istituti Nazionali di Sanità statunitensi, questi batteri sono "un gruppo emergente di bacilli gramnegativi altamente resistenti ai farmaci che causano infezioni associate con una morbilità e mortalità significative".

Il ministro della Salute ecuadoriano, Jimmy Martin, ha annunciato la richiesta di dimissioni del direttore dell’ospedale e l’invio di specialisti per avviare un’indagine approfondita. Inoltre, ha disposto assistenza psicologica per i genitori dei neonati deceduti. "La vita di nostri bambini è al di sopra di tutto e di tutti (…) Voglio solidarizzare con le famiglie di chi ha perso i loro neonati e impegnarmi a che questo, nella misura in cui sia prevenibile, non torni a succedere", ha dichiarato.

Dure critiche sono arrivate anche dal sindaco di Guayaquil, Aquiles Álvarez, che ha definito il sistema sanitario pubblico "distrutto" a causa della mancanza di risorse. "Come sindaco e padre di famiglia sono commosso per la morte di bambini in un ospedale statale. Vi prego, medici, di dirci quante cannule mancano così da comprarle subito. Risolveremo senza problemi", ha aggiunto, confermando almeno in parte l'ipotesi che le contaminazioni sia state causate da materiale sanitario usato.

Dal canto suo l’ospedale ha assicurato di aver sempre rispettato tutti i protocolli e ha smentito le accuse di contaminazione nell’unità di terapia intensiva neonatale. Nel frattempo, sono stati attivati protocolli per la ricollocazione dei neonati, la disinfezione delle unità intensive, l’analisi dei campioni, il rafforzamento delle misure di biosicurezza e la ricerca di eventuali nuovi casi.

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