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E’ ufficiale: tracce di polonio 210 sui vestiti di Arafat

Il leader dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) potrebbe essere stato avvelenato l’11 novembre del 2004.
A cura di D. F.
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C'erano tracce di polonio sugli abiti di Yasser Arafat: a confermarlo sono stati gli esperti svizzeri che hanno analizzato i vestiti del leader palestinese morto in Francia l'11 novembre del 2004. A questo punto prende sempre più vigore la tesi dell'avvelenamento, già avanzata da numerosi esperti negli ultimi anni. A seguito della morte di Arafat non fu eseguita alcuna autopsia su richiesta della vedova, ma i suoi resti furono riesumati nel novembre del 2012, dopo che una prima serie di analisi sui vestiti aveva evidenziato tracce della sostanza radioattiva. Nel documento prodotto dagli studiosi svizzeri e pubblicato da Lancet, gli otto scienziati che lavorano per l'Istituto di radiazioni fisiche e per il Centro di medicina legale di Losanna, hanno spiegato di aver analizzato 75 campioni, 38 dei quali, compresi capi di biancheria intima, provenienti da oggetti appartenuti al capo dell'Olp.

Tra i reperti messi sotto esame ci sono anche uno spazzolino da denti, un cappello, una tuta sportiva, tutti forniti dalla vedova Suha Arafat. Gli oggetti sono stati poi confrontati con altri 37 campioni di vestiti di cotone precedentemente conservati e protetti dalla povere. "Diversi campioni contenevano macchie di sangue e urina, dove sono state riscontrate tracce di polonio 210", si legge nel report. Le quantità trovate "avvalorano la tesi dell'avvelenamento".

Il polonio è un elemento altamente tossico, radioattivo e pericoloso da manipolare, persino in quantitativi dell'ordine del milligrammo o meno. Le particelle alfa che emette possono gravemente danneggiare i tessuti umani.

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