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Droni Usa armati uccidono leader Isis, caccia russi tentano di intercettarli: tensione nei cieli

“L’attacco contro il leader Isis è stato condotto dai droni MQ-9 che sono stati disturbati da aerei russi in un confronto durato quasi due ore”, afferma la dichiarazione del comando militare statunitense che denuncia il comportamento pericoloso dei caccia russi.
A cura di Antonio Palma
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Droni militari statunitensi armati hanno individuato e ucciso un leader dell’Isis in Siria ma la missione stava per fallire perché caccia russi hanno cercato di intercettare e disturbare i velivoli senza pilota con un lancio di Flare, una contromisura di difesa dei velivoli, che hanno costretto gli MQ-9 Reapers americani a intraprendere un'azione evasiva. A comunicarlo oggi è stato il comando centrale militare degli Stati Uniti accusando le forze aree russe di azioni non professionali e non sicure.

L’attacco, preceduto dallo scontro a distanza tra velivoli Usa e russi, risale a venerdì scorso e ha avuto come obiettivo Usamah al-Muhajir, un leader dello Stato islamico nella Siria orientale. L’uomo è stato colpito mentre andava in motocicletta nella regione di Aleppo, secondo un funzionario americano. Il comando centrale degli Stati Uniti ha affermato che non ci sono indicazioni che qualche civile sia stato ucciso nell'attacco dei droni ma i militari stanno valutando alcune testimonianze che parlano di un civile che potrebbe essere stato ferito.

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"L'attacco di venerdì è stato condotto dagli stessi MQ-9 che, all'inizio della giornata, sono stati disturbati da aerei russi in un confronto durato quasi due ore", afferma la dichiarazione del comando militare statunitense.  L'aeronautica americana ha rilasciato anche un filmato che ha mostrato l'incontro tra i droni e gli aerei da combattimento russi spiegando che “Questi eventi rappresentano un nuovo livello di azione non professionale e non sicura da parte delle forze aeree russe che operano in Siria".

Secondo il generale Alex Grynkewich, comandante della Nona Air Force in Medio Oriente, uno dei piloti russi avrebbe messo il proprio aereo davanti a un drone e ha attivato il postbruciatore della caccia SU-35, riducendo la capacità dell'operatore del drone di operare in sicurezza con il velivolo. Secondo Grynkewich, durante l'incontro di venerdì, c’è stata alta tensione nei cieli visto che gli aerei russi "hanno effettuato 18 passaggi ravvicinati non professionali che hanno indotto gli MQ-9 a reagire per evitare situazioni pericolose".

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Venerdì è stato il terzo giorno consecutivo in cui i funzionari statunitensi si sono lamentati del fatto che i caccia russi nella regione avevano condotto voli pericolosi attorno ai droni americani. Il primo caso si è verificato mercoledì mattina. Giovedì il fatto si è ripetuto contro aerei sia francesi che statunitensi con passaggi ravvicinati da parte di caccia SU-34 e SU-35. Funzionari statunitensi hanno affermato che i droni erano disarmati nei voli precedenti, ma trasportavano armi venerdì, mentre stavano dando la caccia ad al-Muhajir.

I russi dal loro canto affermano di essere preoccupati per i voli di droni della coalizione guidata dagli Stati Uniti nel nord della Siria, definendoli "violazioni sistematiche dei protocolli" progettati per evitare scontri tra i due eserciti.

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