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Dal telefono scopre di essere al centro di una teoria del complotto, 22enne costretto a lasciare casa

La storia di un giovane studente statunitense di 22 anni, Ben Brody, che si è ritrovato, senza alcuna colpa, al centro di una vasta teoria del complotto su Internet che lo ha costretto a cambiare abitudini di vita.
A cura di Antonio Palma
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Quando le teorie dei complottisti prendono piede su blog e siti vari senza nessuna verifica e si associano alla potenza dei social, dove vengono rilanciate da personaggi famosi, gli effetti sono devastanti per chi suo malgrado si ritrova al centro dell'attenzione. Lo ha scoperto a sue spese un giovane studente statunitense di 22 anni, Ben Brody, che si è ritrovato, senza alcuna colpa, al centro di una vasta teoria del complotto su Internet che infine lo ha costretto a cambiare abitudini di vita e addirittura a lasciare casa con la sua famiglia.

Tutto è nato lo scorso 25 giugno mentre il ragazzo era tranquillamente seduto allo stadio a vedere una partita di baseball a Los Angeles. Come ha raccontato Vice News, il suo telefono infatti ha iniziato a inondarlo di notifiche di ogni genere e il 22enne ha scoperto così che gli stava accadendo qualcosa di orribile: migliaia di commenti ai suoi account social di gente che lo indicava come un agente di polizia sotto copertura tra gruppi neonazisti. Qualcosa di assolutamente inimmaginabile per il giovane, fresco laureato in scienze politiche.

Il fotogramma e il volto del 22enne
Il fotogramma e il volto del 22enne

Tornato a casa e già in preda a paura e confusione mentale, il ragazzo ha cercato di capire scoprendo così che qualcuno lo aveva indicato come uno dei partecipanti a uno scontro tra due gruppi di estrema destra che era avvenuto il giorno prima a oltre 1300 chilometri di distanza a Oregon City.  Gli scontri infatti sono stati ripresi da una telecamera che ha catturato il momento nel quale a uno dei partecipanti è caduta la maschera. Da quel semplice fotogramma qualcuno ha pensato di poter individuare il volto di Ben Brody, trovato sui social.

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L'appartenenza del ragazzo a una confraternita ebraica e un vecchio post in cui affermava che, una volta laureato, avrebbe voluto lavorare per il governo, hanno alimentato ulteriormente le idee dei complottisti che lo accusano di essere un agente federale che finge di essere un neonazista allo scopo di mettere in cattiva luce i gruppi di estrema destra. La falsa accusa si è diffusa a macchia d'olio sui social fino a essere rilanciata anche da personaggi molto noti e seguiti tra cui Elon Musk.

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La teoria complottista, spesso caratterizzata da antisemitismo, è andata avanti nonostante il ragazzo abbia pubblicato ricevute di acquisti fatti in California il giorno della colluttazione e persino un video di un negozio della sua zona a cui ha chiesto i filmati di sorveglianza di quel giorno. Una situazione che ha sconvolto la vita del ragazzo che ora teme di essere preso di mira anche nella vita reale e di non riuscire a trovare lavoro in quanto considerato persona potenzialmente pericolosa.

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