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Crisi migranti Polonia-Bielorussia, Amnesty: “Vergognoso che in Europa bambini muoiano di freddo”

L’appello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, a Fanpage.it: “Al confine tra Polonia e Bielorussia c’è una situazione migranti senza precedenti, l’Italia e l’Europa intervengano subito per evitare altri morti”.
A cura di Ida Artiaco
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"Al confine tra Polonia e Bielorussia c'è una situazione senza precedenti, con almeno duemila persone che rischiano di morire di freddo se l'Unione europea non interviene subito. Bisogna fare presto". È questo l'appello che Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, ha rivolto da Fanpage.it al governo italiano e a Bruxelles affinché si risolva la crisi umanitaria e politica dei migranti che da settimane sta facendo salire la tensione tra Polonia e Bielorussia, mentre aumenta il numero di morti e feriti.

Quali sono i numeri che arrivano dal confine polacco-bielorusso?

"Il dato che abbiamo noi si riferisce alle persone morte per ipotermia. Al momento ne sono nove, tra cui anche bambini, nel periodo che va da oggi a metà agosto, dal momento che questa crisi è iniziata almeno tre mesi fa, ma il freddo è cominciato a diventare un problema negli ultimissimi giorni".

Come riassumerebbe questa crisi dei migranti? 

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"Mettiamola così: il governo bielorusso ha iniziato ad agosto ad usare in maniera estremamente cinica i migranti, addirittura organizzando trasferimenti con le sue linee aeree dal Medioriente, ed è arrivato a portare almeno tra i diecimila e i dodicimila richiedenti asilo in Bielorussia con ponti aerei e poi da lì al confine con la Polonia. Varsavia a sua volta ha reagito con la dichiarazione dello stato di emergenza blindando la zona di confine e impedendo loro l'accesso, tanto è che la maggior parte delle immagini che abbiamo arrivano dal lato bielorusso. La Polonia tiene la stampa almeno a 3 chilometri dal confine, non c'è modo di avere informazioni da quel lato e risulta che attualmente sono dalle 2mila alle tremila persone quelle che si trovano in questa terra di nessuno, tra Bielorussia e Polonia. È una situazione drammatica, perché da un lato c'è un Paese che usa la pedina dei migranti per fare pressioni con ricatti politici all'Unione europea sulle sanzioni, dall'altro c'è proprio la Polonia, così come gli Stati Baltici, che ha approfittato della situazione per alzare su muri e adottare norme di emergenza, per le quali ormai per legge è impossibile chiedere asilo se si è entrati in maniera irregolare".

Secondo lei cosa succederà nei prossimi giorni?

"Qui c'è un soggetto che deve agire al più presto, parlo della Polonia. L'Ue ha più volte sollecitato il governo di Varsavia a far entrare molti bambini e donne in condizioni disperate. Se la situazione non si sblocca, siccome queste persone non possono tornare indietro perché le forze di sicurezza bielorusse le tengono bloccate lì né possono procedere oltre il confine polacco, c'è bisogno di un'azione politica forte dell'Unione europea affinché queste persone possano chiedere asilo, altrimenti ne potrebbero morire altre di freddo".

Quale ruolo potrebbe giocare l'Italia in questa situazione?

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"L'Italia dovrebbe fare leva sull'elemento umanitario di questa vicenda. Cioè, insieme ad altri governi, deve cercare di far capire che nel cuore dell'Europa non è possibile che dei bambini muoiano di freddo mentre chiedono asilo. Più si hanno le carte in regole, più gli appelli dei singoli possono essere ascoltati. È chiaro che questa è una situazione senza precedenti: avere tremila persone bloccate in una terra di nessuno da settimane, con impossibilità di portare soccorsi da un lato per via dello stato d'emergenza nazionale e dall'altro perché c'è una dittatura, è una vergogna completa. Quando ieri il presidente Mattarella ha definito sconvolgente tutto questo aveva ragione".

Quale l'appello di Amnesty all'Italia e all'Europa? 

"Al governo italiano chiediamo di intervenire affinché l'Unione europea assuma una posizione unitaria e forte nei confronti di un suo stato membro, la Polonia per l'appunto, affinché faccia entrare queste persone che poi verranno smistate secondo un criterio di ridistribuzione, abolisca lo stato di emergenza, che è ingiustificato, e consenta il libero accesso agli aiuti umanitari e ai giornalisti. Il tempo non gioca dalla parte di queste persone, che sono costrette a sopravvivere a temperature massime di 4 gradi. Devono essere subito tolti da lì".

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