video suggerito
video suggerito

Condannato per omicidio, torna libero dopo 38 anni di carcere: “È innocente, scagionato dal dna”

Ha trascorso 38 anni di galera nel Regno Unito senza aver mai commesso l’omicidio: Peter Sullivan, 68 anni, è stato assolto nel caso che riguarda la morte della barista 21enne Diane Sindall grazie al test del DNA.
A cura di Dario Famà
406 CONDIVISIONI
Immagine

Ci sono voluti 38 anni di carcere per ottenere giustizia: questa mattina si è chiuso uno dei casi più controversi della storia del Regno Unito. Peter Sullivan, uomo di 68 anni, è stato dichiarato innocente dalla Corte d'Appello nel processo che riguarda la morte di Diane Sindall, barista 21enne originaria di Seacombe, a Birkenhead, nella contea di Merseyside.

L'uomo venne condannato con l'accusa di aver violentato e ucciso la giovane donna, che lavorava al pub Wellington di Bebington nei pressi della sua città natale. I fatti risalgono alla notte del 1° agosto 1986, quando la barista partì dal locale per tornare a casa dopo il consueto turno serale. Rimasta senza benzina, il suo furgone si fermò a Birkenhead e lei cominciò a vagare per la città chiedendo aiuto.

In quel frangente, la donna aveva incontrato un uomo, con il quale aveva litigato. La mattina seguente venne ritrovato il suo cadavere in un vicolo: ad uccidere Sindall fu un'emorragia cerebrale, probabilmente causata dalle botte subite. Il caso scosse profondamente l'opinione pubblica inglese per la sua brutalità e partì una caccia all'uomo durata più di un mese.

In seguito alla sua morte, venne incolpato Sullivan, che fu arrestato il 23 settembre. A far sospettare di lui fu la testimonianza di una coppia, che, passando di lì, raccontò ai poliziotti di averlo visto correre. Inoltre, sul corpo della donna erano presenti alcune impronte di morsi, che, secondo alcuni odontoiatri contattati appositamente, potevano essere compatibili con l'imputato.

A complicare la situazione fu Sullivan stesso che inizialmente confessò l'omicidio, salvo poi ritrattare e ammettere nuovamente l'assassinio. Pochi giorni dopo, l'uomo dichiarò di essersi inventato tutto e di non aver realmente ucciso Sindall. Nonostante ciò, venne condannato all'ergastolo per omicidio.

Col passare del tempo sono emersi i primi dubbi sulla vicenda e l'anno scorso la Commissione di revisione dei casi penali, organismo indipendente che monitora eventuali errori giudiziari nel Regno Unito, si è espressa positivamente sulle motivazione del ricorso, rinviando il caso alla Corte d'appello. A far dubitare della sentenza di condanna sono stati alcuni test del dna condotti sui campioni di sperma presenti sulla scena del delitto, che non corrispondevano con quelli di Sullivan.

Assolto da ogni colpa, l'uomo ha pianto di felicità: finalmente era libero. Secondo i media del Regno Unito, si tratta di uno degli errori giudiziari più gravi della storia del Paese.

406 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views